Il Gorgone alla fine dell’‘800.
Il "trenino" a Palazzo Giornelli.
Viale Giovane Italia.
Palazzina Massi-Bianchini.
Lavori al Gorgone, sotto l'antico ponte.
La Colonia "Paterna Domus".
Il cimitero monumentale.
Il cimitero all'inizio del '900.
La prima espansione del cimitero.
I Cappuccini Nuovi.

Il Gorgone e il cimitero

Veduta del sobborgo nord-orientale del Gorgone da Palazzo Giornelli, con il viale che conduce a Belvedere e al cimitero; sulla destra, si scorge il ponte sul torrente Scatorbia (1892).

Treno della linea “Arezzo-Fossato” transita alla barriera che esisteva all’imbocco dell’attuale viale De Cesare; sullo sfondo, il bosco del torrione di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio (1892).

Veduta del viale del Gorgone, verso Belvedere, nel 1930; allora si chiamava viale Giovane Italia. Il cavalcavia attualmente esistente è stato costruito nel secondo dopoguerra, quando la linea ferroviaria è stata spostata di alcune decine di metri.

La Palazzina Massi-Bianchini in viale Giovane Italia (1937c.).

Il ponte del Gorgone e lavori sul torrente Scatorbia nel 1898.

L’edificio al Gorgone che divenne sede della Colonia Giovani Lavoratori “Paterna Domus” dopo la Grande Guerra. Ristrutturato nel secondo dopoguerra, ospita ora la “Muzi-Betti”.

Il cimitero monumentale tifernate all’inizio degli anni ’30. Venne inaugurato il 5 novembre 1899; vi lavorarono gli architetti Emilio De Fabris e Luigi Del Moro.

Commemorazione dei defunti al cimitero nel 1905. I lavori della sua facciata, in stile gotico-lombardo e progettata dall’arch. Giuseppe Castellucci, si sarebbero protratti, insieme alla sistemazione delle varie parti del complesso, fino al 1933

Lato del cimitero verso i Cappuccini Nuovi, cioè verso la città, dove è avvenuta la sua prima espansione.

Il convento dei Cappuccini Nuovi, a Montedoro, nel 1926; venne poi demolito per ampliare il cimitero tifernate.