In alto: soldati in piazza Garibaldi a Città di Castello. In basso: accampamento militare a Porta Fiorentina, a Sansepolcro.

I distaccamenti militari nell’Alta Valle del Tevere

L’asfittica economia altotiberina ricevette qualche vantaggio dal dislocamento nella valle di reparti militari. La presenza di centinaia di soldati nel periodo del loro addestramento dette ossigeno al commercio.

Il distaccamento del 51° reggimento “Cacciatori delle Alpi” di Perugia trovò sede a Città di Castello già alla fine del settembre 1914. Dopo l’entrata in guerra, un primo centinaio di soldati arrivò all’inizio di ottobre del 1915, seguito il 25 novembre dal grosso del battaglione, circa 750 unità. Furono accasermati a San Filippo e, in parte, a Tutti i Santi. Restarono fino alla fine di febbraio del 1916. Le reclute del successivo contingente giurarono nel piazzale del convento degli Zoccolanti il 10 aprile 1916. Poi partirono per il campo di esercitazione di Assisi, in preparazione del loro dislocamento conclusivo in zona di guerra.

Per un po’ Città di Castello rimase senza distaccamento. Alla notizia che non sarebbero stati inviati altri reparti esplose lo sconforto. L’amministrazione municipale intervenne, sottolineando i danni provocati al commercio dal provvedimento. Le pressioni sortirono l’effetto sperato e alla fine di ottobre 1916 arrivò un nuovo distaccamento. Da allora la presenza dei militari fu stabile. Alloggiarono anche nel complesso di Santa Cecilia. Le esercitazioni di tiro al bersaglio si svolsero a meridione del centro abitato, in località Lamati, presso il rudere della torre di Spazzavento, dove per l’occasione veniva innalzata una grande bandiera rossa.

Si pose il problema di offrire ai soldati un luogo di incontro serale, nelle ore di libera uscita, di maggiore spessore etico rispetto ai consueti, e numerosi locali pubblici, 69 tra caffè e osterie. Il vescovo Liviero trovò un valido collaboratore in don Giuseppe Pierangeli. La prima Casa del Soldato aprì nell’ottobre 1915 proprio negli ambienti della canonica di San Michele Arcangelo. I militari vi potevano leggere, scrivere alle famiglie e, nell’orticello, giocare all’aperto.

A Sansepolcro trovò sede un distaccamento del 71° Fanteria. Alloggiarono nell’ex convento di Santa Chiara, soprattutto, e nel Magazzino Tabacchi. Nell’aprile del 1916, parecchi dovettero essere attendati fuori porta Fiorentina. La consistenza del reparto negli anni della guerra variò da 200 a oltre 1.000 unità. Tra i militari di stanza in città nel settembre 1915 vi fu un illustre intellettuale e uomo politico, il prof. Gaetano Salvemini.

Ad Anghiari si accasermarono parte dei soldati del distaccamento di Sansepolcro […].