Circonvallazione orientale (1892).
Palazzine di periferia 1935c.)
Il campo sportivo "Elia Volpi" e la Palazzina Bini.
Lo Stabilimento Lapi.
La "Lapi" e il Gorgone (1920).
Il silos di via Fonte del Coppo.
Il "3Bis" negli anni '50.
Palazzine di periferia al "Fiorentino".
La prima palazzina della Scuola di Agricoltura.
Panorama della campagna a nord della città, tra il Cavaglione e Riosecco.

A zonzo per la periferia

Passeggiata fuori porta, lungo la linea ferroviaria, in una fotografia di Enrico Hartmann. Sullo sfondo, Palazzo Vitelli a Sant’Egidio e la Palazzina Bini.

Le prime villette costruite nell’area periferica ricavata con la demolizione delle mura orientali e la colmatura delle fosse.

L’Unione Sportiva Tiferno si dotò di un adeguato campo sportivo nel 1925. Realizzato a fianco della Palazzina Bini, oltre la linea ferroviaria, fu intitolato ad Elia Volpi. Quattro anni dopo fu rilevato dal Comune e divenne anche la sede delle esercitazioni ginniche e paramilitari promosse dalle istituzioni fasciste.
Nel 1912 lo Stabilimento Tipo-Litografico “Scipione Lapi” si trasferì in zona periferica, dietro alla stazione ferroviaria. Sarebbe stato distrutto da un bombardamento nel maggio 1944.

Veduta dalla torre della Palazzina Bini dell’insediamento industriale della “Lapi”, di palazzo Giornelli (ora Brighigna) e del sobborgo del Gorgone.
Il silos del Consorzio Agrario costruito nel 1937 nella zona periferica oltre la stazione ferroviaria.

Il complesso di stazione di servizio Agip, bar e ristorante costruito all’inizio degli anni ’50 lungo la strada statale Tiberina 3 Bis, presso porta Santa Maria.
Le prime villette costruite negli anni ’20 lungo la circonvallazione, di fronte al Collegio Serafini e alla Palazzina Vitelli. La zona è popolarmente chiamata “il Fiorentino”.
La Scuola di Agricoltura di Città di Castello si situava inizialmente solo in questa palazzina fuori porta San Giacomo, tuttora sede di aule e uffici. All’inizio degli anni ’40 sarebbe stato costruito il grande complesso del convitto.
In questa area agricola, tra la periferia nord di Città di Castello e la frazione di Riosecco, sarebbe sorta negli anni ’60 la zona industriale che ha cambiato le sorti dell’economia locale, e del paesaggio.