La sistemazione definitiva dell’area di Piazza Garibaldi iniziò nel 1927, con la decisione di demolire i tratti di mura rimanenti, insieme ai “torrini” della barriera di porta Sant’Egidio. Nella foto, tra A e B è indicato il segmento di mura prospiciente lo spiazzo cosiddetto del “giuoco del pallone”, dove saranno realizzati i giardini di Piazza Garibaldi.
Oltre al tratto di mura del “giuoco del pallone”, nel 1927 si decise l’abbattimento anche del piccolo segmento sulla destra (tra C e D), a ridosso del torrione di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio. L’intento del podestà Luigi Mignini era di ampliare e abbellire la piazza che univa un’importante area monumentale della città con la stazione ferroviaria.
Tratto di mura orientali della città, ancora con l’antico fossato, che nel subì la demolizione da parte dei disoccupati tifernati istigati dai fascisti. Si intravedono i torrioni di Santa Maria Nuova e, sullo sfondo, di Piazza Garibaldi.
Le mura inquadrate nella foto seguivano la linea dell’attuale via Gramsci, tra l’ufficio postale e la ex-chiesa di Sant’Antonio. Il torrione su piazza Garibaldi, con il palazzo ad esso addossato, era proprietà del notaio Ettore Cecchini. Le lavandaie solevano lasciare ad asciugare i panni sulle siepi della circonvallazione.
L’area dove, nel 1932, sarebbe stato costruito l’asilo Cavour, con le mura tra i due torrioni demolite nel 1921.
Lo spiazza tra il torrione di porta Santa Maria e il torrione di Palazzo Mignini fu il primo campo di foot-ball della “Tiferno”, la squadra calcistica di Città di Castello. Uno spazio però esiguo, per il seguito che aveva tale sport, tanto che il Comune dovette destinare a uso di stadio un’area periferica poco distante, presso la Palazzina Bini.
Porta Santa Maria e il suo torrione orientale all’inizio del ‘900. Il Comune ne decretò la demolizione, fortunatamente senza esito, nel 1872 e nel 1903.
Il tratto di mura meridionali addossate al quartiere Mattonata, nell’area detta “Frontoni”. In corrispondenza di via delle Santucce, nel 1943 si aprì una porta per permettere alla popolazione di sfollare in campagna durante gli allarmi aerei. Nel 1949 fu ampliata e assunse l’aspetto odierno.
Le mura meridionali, tra Palazzo Vitelli alla Cannoniera e i “Frontoni”.