Porta San Florido dopo l’abbattimento della sua struttura medioevale e la costruzione della “barriera” nel 1873. La foto panoramica di fine ‘800 permette di osservare i tratti di mura ancora intatti alla destra di porta San Florido e alla sua sinistra, fino al Cassero.
Le mura oltre porta San Florido, verso il Tevere, vennero in parte demolite e per il resto “abbassate” in direzione del Cassero dai disoccupati nel 1946.
La cinta muraria ancora intatta oltre i giardini del Cassero e viale Nazario Sauro negli anni ’20 del ‘900.
Il tratto di mura presso il Cassero dove è stata ricavata nel dopoguerra l’attuale uscita dalla città, di fronte al parco Ansa del Tevere. Una prima apertura delle mura in tale punto venne realizzata durante la guerra, per agevolare la fuga della popolazione in caso di allarme aereo.
Nel disegno di Enrico Hartmann, il torrione cosiddetto dello “Scurtico” (cioè del mattatoio) e, sullo sfondo, porta San Giacomo.
Il pittore tifernate Marco Tullio Bendini ricostruì in questo disegno quello che si presumeva fosse l’aspetto originario di porta San Giacomo.
Porta San Giacomo prima che, nel 1912, fosse completamente ampliata.
Il torrione settentrionale di porta San Giacomo in un disegno di Enrico Hartmann.
Il tratto di mura e delle fosse dal torrione settentrionale di porta San Giacomo alla Palazzina Vitelli; sulla destra, l’ex-convento delle Giulianelle, diventato sede del Collegio Convitto Serafini (1898).
Nella ristrutturazione del “Serafini”, per farne sede del Collegio Nazionale fascista della G.I.L., nel 1942 venne innalzata una facciata in stile romaneggiante, abbattendo un tratto di mura. L’edificio è stato abbattuto quando l’ex-Collegio Serafini, nel 1978, è diventato sede del Liceo-Ginnasio “Plinio il Giovane”.