Nella cartolina dei 1915, il corteggiamento dell'Italia da parte dei due schieramenti in lotta.

Le reazioni allo scoppio della guerra

 

Allo scoppio della guerra i socialisti altotiberini mantennero una posizione rigorosamente neutralista, nonostante l’emergere di pareri divergenti tra le loro fila. Con il passare delle settimane anche i cattolici si schierarono apertamente su posizioni pacifiste. Ma nonostante la comune contrarietà all’entrata in guerra dell’Italia, il neutralismo socialista e quello cattolico non potevano saldarsi in un’unica spinta pacifista. Troppo forte la reciproca diffidenza; troppo aspre e frequenti le occasioni di scontro su temi determinanti come la visione dello Stato, il rapporto tra fede e politica, la libertà di insegnamento, la lotta di classe.

Su posizioni cautamente neutraliste si schierarono i moderati.

Posizioni divergenti ebbero i due rappresentanti parlamentari della valle. Abbracciò presto la causa dell’interventismo il deputato della Valtiberina toscana e dell’Aretino Lando Landucci, originario di Sansepolcro. Neutralista, invece, sarebbe rimasto fino alla vigilia dell’entrata in guerra Ugo Patrizi, il deputato radicale dell’Alta Valle del Tevere umbra. Ciò non gli valse il sostegno dei socialisti, che ne contestavano le posizioni moderate di fondo e ormai consideravano l’esperienza dell’alleanza con i radicali del tutto superata.

I repubblicani non tardarono a manifestare un interventismo votato al compimento del Risorgimento italiano e al contenimento dell’imperialismo tedesco e austro-ungarico.