Scatti di fotografi britannici dopo la liberazione di Anghiari (foto Imperial War Museum).
L'avanzata verso Anghiari.

La liberazione di Anghiari

L’avanzata da Pistrino in direzione della strada Anghiari-Sansepolcro riprese il mattino del 29 luglio 1944. I gurkha e lo squadrone A degli Hussars presero senza difficoltà Santa Fista e San Romano e, in serata, Gricignano. L’indomani un plotone tedesco si posizionò presso alcuni edifici a nord di Gricignano e impedì ogni ulteriore progresso del nemico fino a sera, quando fu costretto alla ritirata dai proiettili ad alto esplosivo e dalle mitragliatrici dei carri armati britannici. A quel punto l’obbiettivo della strada Anghiari-Sansepolcro era raggiunto.

Intanto la 20a brigata lasciava alle spalle Monterchi e Le Ville per puntare verso Anghiari. Su quel tratto di fronte la resistenza tedesca fu accanita, con il sostegno di carri armati e contrattacchi talora efficaci. Tuttavia non valse che a rallentare di poco il progresso delle truppe alleate. Il 27 luglio i maratha erano a Scoiano e il Manchester a San Lorenzo, mentre i gurkha attraversavano il Sovara. Inoltre, con la conquista di Badia San Veriano e, il 26 luglio, di Monte Castiglione, gli anglo-indiani stavano ormai premendo sulla strada della Libbia. Anghiari era ormai indifendibile e i tedeschi l’evacuarono nella notte dal 28 al 29 luglio. Proprio in quelle ore la 25a brigata indiana subentrava alla 20a. A fare il loro ingresso ad Anghiari, la sera del 29, furono quindi le avanguardie delle truppe punjabi.

Nel giro di due giorni l’intera zona montuosa a ovest di Anghiari cadde in mano alleata. A Galbino giunsero i maratha, poco prima di essere rimpiazzati dai garhwali. Nella notte tra il 30 e il 31 le truppe indiane si attestarono sul passo della Scheggia e acquisirono il pieno controllo della strada della Libbia. La notte successiva, con una marcia notturna da Tavernelle di 4 miglia “su terreno estremamente difficile”, i garhwali presero il castello di Montauto. Aveva una grande importanza tattica, perché costituiva la base ideale per sferrare l’attacco all’Alpe di Catenaia, il massiccio che sbarrava la strada verso Bibbiena e il Casentino.

Intanto, per permettere alla fanteria della 25a brigata di concentrare gli sforzi in questo settore del fronte, il compito di presidiare la valle a est del Tevere fino a Citerna e Gricignano fu affidato alla 9a brigata corazzata britannica. I genieri lavoravano febbrilmente per agevolare e alimentare l’avanzata, soprattutto aprendo e consolidando le comunicazioni stradali. Tra il 29 e il 31 luglio eressero due ponti Bailey DS di 90 piedi sul Sovara e nella valle della Libbia. Ma dovettero pure costruire per la campagna anghiarese una via alternativa alla Libbia, “dal momento che molta della strada attraverso Anghiari era visibile al nemico e attirava costante attenzione”.

La pressione nemica costrinse i tedeschi a un ulteriore ripiegamento su linee difensive già predisposte. La notte dal 30 al 31 luglio il 76° Panzerkorps retrocedette sulla Linea Lydia e il 51° Gebirgskorps si posizionò con l’ala destra sulla Linea Heinrich e sulla nuova linea di resistenza.

In Anghiari liberata, il governatore alleato nominò sindaco il giovane di origine milanese Bruno Rasarivo. Tra i membri della giunta, lo affiancò il calzolaio comunista Antonio Ferrini, punto di riferimento dei partigiani alla macchia di Anghiari e Sansepolcro. Ferrini collaborò anche all’organizzazione della Field Security Section anghiarese, il servizio di polizia nel quale gli Alleati arruolarono i partigiani locali.

Per il testo integrale con le note e le referenze iconografiche, si veda il mio volume Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere 1943-1944, Petruzzi Editore, 2016.