La conquista del diritto all’assemblea generale

Qual’era il principale “contentino” concesso per tarpare le ali alla protesta? Il “consiglio rappresentativo di istituto”. Si autorizzò infatti gli studenti a costituire in ogni istituto scolastico un organismo composto da due rappresentanti per classe; era questo “parlamentino” – così venne pure chiamato – a riunirsi per discutere le problematiche interne ed esterne all’istituto e a farsi portavoce delle istanze studentesche dinanzi al preside.

Ricordo bene quei momenti di 50 anni fa. Frequentavo l’ultimo anno del liceo classico ed ero uno dei due rappresentanti della mia classe. Per chi, come me, non aveva affatto idee rivoluzionarie, quel “consiglio di istituto” sembrava una conquista rispetto al niente di prima. Però già durante la prima riunione esplosero le contraddizioni. Ci fu chi, interprete del Movimento Studentesco, lo contestò, affermando che la vera democrazia imponeva la discussione dei problemi in assemblea generale. Tutti dovevano sentirsi protagonisti, non solo un gruppo di rappresentanti.

Erano queste le richieste formulate dal Movimento nel citato volantino. Innanzitutto “il riconoscimento nelle scuole delle organizzazioni studentesche in assemblee di base permanenti aperte a tutti gli studenti”; di conseguenza “la possibilità di discussione nelle ore di lezione di problemi attuali (rapporto scuola-società, cultura di classe, inserimento nel mondo del lavoro, etc.)”. Niente di trascendentale, tutto sommato.

Documenti dell’epoca e ricordi personali si intrecciano. Devo dire che – così come mi parvero sensate le motivazioni della contestazione del ballo della Croce Rossa – mi convinsero anche le argomentazioni del Movimento Studentesco. Si chiese, e si ottenne, una prima assemblea generale degli studenti liceali. La si fece al Cinema Eden, allora un’unica grande sala, con platea e galleria. Un cinema strapieno di giovani; le gambe che tremavano quando andavi sul palco per fare il tuo intervento; la paura di perdere il filo del discorso… Era la prima volta!