Piazza Garibaldi, con la Scuola Media e la Scuola per le Arti Grafiche.
La zona di Montedoro, dove nel dopoguerra si estese la città.
Via Martiri della Libertà prima dell'espansione urbana.

Il piano di ampliamento

Conosciuto il sito prescelto per la nuova stazione ferroviaria, nel 1949 l’amministrazione comunale re­dasse un primo piano di ampliamento urbanistico sulla base della legge del 1942. L’idea di fondo era di garantire una continuità funzionale tra le due piazze centrali e piazza Garibaldi, evitando ogni costruzione in contrasto con gli interessi cittadini. L’area della vecchia stazione fu così destinata ad edifici di carattere pub­blico e già vi si prevedevano le sedi della scuola elementare e della Tecnica per le Arti Grafiche. La zona più a sud sarebbe stata lottizzata per la costruzione di vil­lette o palazzine, andando incontro alla crescente richiesta di terreno edificabile da parte dei privati. Si escluse l’insediamento di attività produttive, “allo scopo di realizzare una zona residenziale unitaria ad immediato contatto del centro, che dia la sicurezza della massima tranquillità alle costruzioni che l’iniziativa privata vi farà sorgere”.
Non si colse però l’opportunità di rivedere il tracciato della stessa strada statale “Tiberina 3 Bis”. Questa arteria ad intenso traffico, infatti, negli anni successivi avrebbe tagliato in due la città, ponendosi come rumorosa e perico­losa linea di demarcazione tra il centro storico e i nuovi insediamenti periferici. Invece, per limitare i disagi creati dalla linea ferroviaria alle comunicazioni tra la città e la periferia, il comune invitò la “Mediterranea” a realizzare un cavalcavia all’imbocco dell’attuale via Aldo Bologni, così da evitare la reinstallazione nello stesso punto di un passaggio a livello. Non mancarono proteste da parte di alcuni per il “faticoso arrampicamento” cui sarebbero stati costretti per giungere in città.
Seguirono mesi di intensa progettazione. Gli architetti Giorgio Giorgi e Angelo Baldelli, incari­cati anche della elaborazione tecnica del piano di ampliamento, disegnarono l’edi­ficio della scuola elementare; il consiglio comunale deliberò la costruzione del viale per la nuova stazione e l’innesto diretto nella statale di via Martiri della Libertà, parzialmente realizzata in precedenza nell’ambito delle iniziative a sollievo della di­soccupazione; fu decisa la sistemazione del fondo stradale di piazza Garibaldi e l’asfaltatura di viale De Cesare.
Nel corso del 1950, si conclusero i lavori per la nuova stazione, mentre lungaggini burocratiche avrebbero ritardato fino al 1956 l’inau­gurazione della scuola elementare. La Scuola Tec­nica per le Arti Grafiche non volle invece attendere il completamento delle laboriose pratiche e, con iniziativa insolita e audace, si appropriò delle pensiline della vec­chia stazione, utilizzandole come struttura portante di un vasto laboratorio provvi­sorio. Anche la costruzione della strada per la nuova stazione, con il ponte sul torrente Scatorbia, richiese più tempo del previsto, tanto che nella zona sorsero prima alcune case popolari.