Viale De Cesare prima della costruzione del cavalcavia.
Gli edifici che furono ristrutturati per costruire l'orfanotrofio maschile.
La sede della "Muzi-Betti" nel 1955.

Il Gorgone

Contemporaneamente alla formazione dell’insediamento periferico presso la nuova stazione, l’ini­ziativa dei privati investì la zona ad est del nuovo tracciato della strada statale “3 Bis” al Cavaglione e l’area tra il Gorgone e l’attuale quartiere Montedoro, allora chiamata ancora Fonte del Coppo o Villaggio Crocioni, dal nome dell’ex sindaco della città proprietario di parte di quei terreni. Oltre all’intensa attività privata, vi furono costruite altre case popolari dalla F.A.T. e dall’INA-Casa.
Al Gorgone, vennero ripresi nel dopoguerra i lavori per il completamento delle case popolari di via Nova. La loro edificazione faceva parte di un piano redatto in epoca fascista, che comportava di pari passo il risanamento dell’area urbana del “Conventaccio”. Alla fine del 1947 erano abitati in via Nova solo 8 quartieri; si finanziò allora la costruzione di altri 24.
Nei primi anni ’60 sarebbe stata edificata a poca distanza – in vocabolo Barca Sassi, fra via della Tina e via Ferrer – la sede della sovraffollata scuola media cittadina.
Più a oriente, verso il Cimitero, per i celebrare i suoi cento  anni di vita, nel 1955 la Cassa di Risparmio costrì a sue spese il nuovo edificio per l’orfanotrofio maschile nel complesso dell’Opera Pia Muzi Betti. Progettato dall’ing. Luigi Castori, l’orfanotrofio poteva ospitare fino a 35 giovani.