Personale e amministratori della “Bufalini” alla fine degli anni ’70.

Dalla Regione alla Provincia

Intanto avveniva un’ulteriore ristrutturazione della formazione professionale. La legge 142 dell’8 giugno 1990 trasferì dalla Regione alla Provincia il compito di approvare e finanziare i corsi. La Provincia subentrò dal 1° gennaio 1992.

Proprio in quel periodo si insediò il nuovo consiglio di amministrazione dell’Opera Pia. Divenne presidente Ettore Mencacci, che non poté però ricoprire la carica per ragioni di salute; le funzioni della presidenza furono quindi assunte da Claudio Pulci.
I nuovi amministratori erano consapevoli della crisi che stava vivendo la Scuola Operaia. Si riconobbe come “modesta” l’attività didattica da essa svolta. Nel 1992 non funzionavano che un corso biennale per meccanici, con appena 18 allievi, e un corso per operatori in ambiente CAD. Preoccupava inoltre l’instabilità dello scenario della formazione professionale; si sentiva il bisogno di veder ben definiti ruoli e competenze, così come le possibili forme di collaborazione con nuovi soggetti che si muovevano nell’ambito della formazione, come la Ponti Engineering.
In tale contesto, il nuovo consiglio di amministrazione mise in guardia contro ogni “ulteriore svilimento o subordinazione dell’ente scuola a programmi pensati, fissati o fors’anche dirottati in tutt’altre sedi, con pure distorsione delle sue risorse e delle sue finalità statutarie”. Inoltre, rivolgendosi anche al personale, incitò a “far risorgere lo spirito che animò la Scuola Operaia dagli albori del secolo ventesimo e fino a parte degli anni settanta”.
Nell’anno scolastico 1992-1993 vennero avviati due corsi per meccanici con 18 allievi e uno per falegnami con 8; fu inoltre assegnato un corso di 150 ore per operatori CAD. Ormai la “Bufalini” agiva in regime di convenzione con la Provincia, alla quale spettava di autorizzare i progetti formativi proposti dal consiglio di amministrazione dell’Opera Pia. Però nel settembre 1993 il consiglio lamentava ancora il precario contesto normativo: “Sussistono elementi di incertezza circa il trasferimento delle funzioni in materia di formazione professionale alla Provincia di Perugia […] per cui il ruolo della Scuola Bufalini non ha trovato precisa e completa definizione nel quadro del sistema formativo regionale, provinciale e comprensoriale”.