A Città di Castello nel 2005 i residenti stranieri erano 2.287, pari al 5,8% della popolazione. Alla fine del 2018 hanno raggiunto il numero di 4.020, cioè il 10,2% dei residenti. L’incremento del numero di stranieri è stato considerevole fino al 2010, quando erano 3.985; poi la situazione si è sostanzialmente stabilizzata, anche con anni in cui il loro numero è diminuito (2011, 2012 e 2016).
Di chi si compone questa vasta comunità che conosciamo bene, perché è tra di loro che troviamo badanti, colf, operai e braccianti agricoli, commercianti ambulanti. Alcuni stanno bene integrandosi nelle più varie professioni; tanti dei loro giovani li vediamo nelle nostre scuole, così come tante di quelle loro donne che non lavorano le incontriamo nei supermercati o a passeggio per la città la sera.
Il primato indiscusso – sulla base dei dati di fine 2018 – lo detiene la comunità rumena, forte di 1.312 persone. Ben 901 sono donne e questo la dice lunga su quanto le rumene incidano nel settore dell’assistenza agli anziani e dei lavori domestici. Poi vengono i marocchini, in tutto 765. Rumeni e marocchini rappresentano poco più della metà degli stranieri a Città di Castello.
È però straordinario constatare quanto sia variegato l’insieme della comunità straniera. Vi sono persone addirittura di 84 nazionalità diverse. Una diversità in aumento, perché le nazionalità erano 75 solo tre anni fa.
Il 27,6% proviene dall’Africa settentrionale: oltre ai marocchini, abbiamo 234 algerini, 105 tunisini, 6 egiziani e 1 libico.
Il 38,6% degli stranieri sono europei: persone di 20 nazionalità diverse, da quelle che costituiscono l’Unione Europea (non dimentichiamo che tra di loro ci sono anche i rumeni), fino alla Scandinavia e ai Paesi baltici. È rappresentata in città praticamente tutta l’Europa, tranne Irlanda, Estonia e Ungheria.
Un totale di 666 stranieri, di 15 nazionalità, sono originari dei Paesi balcanici (con 202 albanesi), della Russia e degli stati dell’ex Unione Sovietica. I russi sono 51; ma potremmo meglio dire le russe, perché esse sono 40! Poi abbiamo 135 ucraini (di cui ben 114 donne!), 96 moldavi (56 donne), 80 macedoni, 49 bulgari (36 donne), 17 uzbeki (14 donne), 11 kirghizi (9 donne), 7 bielorussi (5 donne), 6 kosovari, 4 serbi, 3 kazaki (tutte donne), 3 armeni e 2 turchi.
Cospicua la presenza anche della restante Asia e dell’Estremo Oriente, con 348 persone e 13 nazionalità: spiccano i cinesi (292, ormai la quarta comunità straniera in ordine di grandezza), poi filippini (32) e indiani (21); ma abbiamo presenze anche da Giappone, Bangladesh, Iran, Thailandia, Pakistan, Afghanistan, Laos, Corea, Indonesia, Sri Lanka e persino Isole Mauritius.
Quanto all’America, a parte 18 statunitensi, gli stranieri vengono tutti dal centro-sud del continente. I più numerosi sono gli ecuadoriani (78); seguono in ordine numerico i dominicani (33), i peruviani (15), i brasiliani (14), i cubani (11). Di minore entità gli arrivi – che pur ci sono – da Colombia, Messico, El Salvador, Honduras, Argentina, Panama e Venezuela.
E l’Africa centro-meridionale? Le principali comunità tifernati sono quella “storica” dei nigeriani (62) e i senegalesi (20). Inoltre abbiamo persone arrivate da Gambia (13), Etiopia, Somalia, Ruanda, Benin, Costa d’Avorio, Gabon, Guinea, Mali, Togo, Ghana, Camerun, Sierra Leone e Sud Africa.
Infine l’Oceania: a rappresentarla sono quattro australiani e un neozelandese.
Le fotografie nel sito, se non dell’autore, provengono per lo più dalla Fototeca Tifernate On Line.
Si chiede a quanti attingeranno informazioni e documentazione di citare correttamente la fonte.