Gli stranieri nell’Alta Valle del Tevere: i dati di fine 2018

Un’indagine sulla presenza di stranieri nella nostra valle deve innanzitutto tener conto dello scenario complessivo. Sappiamo che in Italia è in atto un serio calo demografico. I dati a livello nazionale stanno suscitando giustificate preoccupazioni di carattere economico e culturale. I dati altotiberini confermano questo trend.
Il calo demografico
Esaminiamo la situazione nel dettaglio a livello di vallata, prendendo in considerazione tutti i comuni che costituiscono istituzionalmente l’Alto Tevere umbro e la Valtiberina toscana. Ed esaminiamo quanto è avvenuto dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2018. In questi sette anni la popolazione residente complessiva è scesa da 107.825 unità a 106.023: un calo considerevole, quindi, di ben 1.802 persone. Tanto per dare un’idea, è come se in sette anni la vallata abbia perso l’intera popolazione di Monterchi…
Se si eccettua Citerna, dove i residenti sono aumentati di 13 unità, il decremento investe tutta l’Alta Valle del Tevere, con cifre importanti: Città di Castello ha perso 404 residenti, Sansepolcro 276, Umbertide 162, Anghiari 156, San Giustino 123, Pieve Santo Stefano 93. Nei comuni demograficamente minori, la diminuzione in percentuale della popolazione va dal 2,6% di Montone e 2,8 di Anghiari, al 4.6% di Monte Santa Maria, al 5,4% di Monterchi, al 5,7% Pietralunga, fino addirittura al 6,6% di Caprese Michelangelo.
Gli stranieri
In questo contesto, la popolazione residente straniera è cresciuta di 213 unità, salendo a 11.353 persone. Percentualmente, alla fine del 2018 gli stranieri rappresentavano 10,7% del totale dei residenti, con un incremento di 0,6% rispetto all’inizio del 2012.
L’aumento degli stranieri – tutto sommato modesto –  è avvenuto più nell’Alto Tevere umbro, dove ora raggiungono l’11% del totale dei residenti, che nella Valtiberina toscana, dove si sono mantenuti intorno al 10%.
Quali sono i comuni altotiberini con maggiore presenza di stranieri? Il primato va senza dubbio alla parte meridionale della valle, con un 15,8% di stranieri a Umbertide e addirittura un 18,8% nella piccola Lisciano Niccone. Segue Badia Tedalda, a nord, con il 13,7%. A Pieve Santo Stefano e Montone i residenti stranieri si attestano sull’11%. Quanto ai due centri maggiori della valle, costituiscono il 10,7% del totale della popolazione a Sansepolcro e il 10,2% a Città di Castello. Quindi si scende all’8,1/8,9% di Citerna, Monte Santa Maria e San Giustino, al 7,3/7,7% di Pietralunga, Monterchi, Anghiari e Caprese Michelangelo.
Nei sette anni considerati, l’incremento degli stranieri è stato di poche unità a Sansepolcro, Monterchi e Pietralunga; tra 11 e 14 persone, rispettivamente, a Pietralunga e a Montone; di 34 a Citerna e Pieve Santo Stefano; di 109 a Umbertide, di 367 a Città di Castello. Ma altrove la popolazione straniera è diminuita: leggermente a Lisciano Niccone e a Monte Santa Maria, di 10 unità a San Giustino, di 18 a Caprese. Peculiare la situazione nel due comuni limitrofi oltre il passo di Via Maggio: in questi sette anni Badia Tedalda ha acquisito 77 nuovi stranieri. Sestino ne ha persi ben 187.
Ovviamente parliamo di residenti “stranieri”. Alcuni di quelli che nel 2012 figuravano come tali nel frattempo hanno maturato i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana. Magari vengono percepiti ancora come “stranieri”, ma di fatto non lo sono più.
Quindi nessuna “onda anomala” di stranieri ha sommerso la valle, anzi. Gli italiani (fra i quali ormai sono diversi gli ex-stranieri) dovrebbero preoccuparsi più che altro per il calo demografico. Ma fare più figli è possibile se esistono politiche a favore dei giovani e delle giovani coppie. In Italia queste politiche non ci sono. E il governo pensa solo a far la guerra alle navi delle ONG che raccolgono poveri migranti naufraghi…