Gli anni ‘50

La Scuola si affermò come un indiscusso punto di riferimento per intellettuali, operatori economici ed enti locali. In quel decennio videro la luce una serie di iniziative culturali, tra le quali importanti mostre retrospettive del libro, che la Scuola sostenne con convinzione, anche per la stretta sinergia con l’associazione Pro Tiferno, presieduta anch’essa dal direttore Baldelli.
Il legame con la città si rafforzò per la disponibilità della Scuola ad assecondare il desiderio di concittadini a veder pubblicati loro lavori: videro la luce opere del poeta Nino Boriosi, dei sacerdoti Oreste Fiorucci e Giuseppe Malvestiti, di Eliana Pirazzoli, dello storico Gino Franceschini.
Intanto continuava la produzione di carattere commerciale dell’Azienda Speciale. Dal laboratorio della Scuola presero a uscire stampati di varia natura per committenti privati (biglietti da visita, partecipazioni di matrimonio, ricordi funebri, carte intestate). Con i proventi di tali lavori fu possibile finanziare il piano acquisti di metà degli anni ’50, quando lo Scuola si dotò di monotype, linotype e quindi di una macchina offset. In allegato il testo completo.