Il luogo della strage di Terranieri.
Le vittime di Terranieri.
Cippo in memoria delle vittime della strage di Antonella.
Croce sul luogo dell'uccisione di Adelmo Roti.
Giuseppe Pettinari

Vittime nel territorio di Pieve Santo Stefano di fucilazioni, esecuzioni sommarie e rappresaglie

Impressiona il numero degli uccisi dai tedeschi per fucilazioni, esecuzioni sommarie e altre forme di violenza. Tra di essi una sedicenne, Luisa Capaccini, che non sopravvisse allo stupro patito ad opera di alcuni soldati.

In molti casi, sulle famiglie delle vittime non si abbatté solo la tragedia della perdita delle persone care. Marianna Cutignoli Rosati, il cui cadavere fu ritrovato insieme ad altri due all’interno di un cassone a Ciriella di Bulciano, lasciava 4 figli ormai adulti, ma in condizioni disperate: Sono coloni che vivono del suo onesto lavoro, non hanno beni di fortuna. Sono stati sinistrati per eventi di guerra. Hanno perduto i raccolti e il bestiame e non hanno potuto effettuare le semine”. La situazione della famiglia del coltivatore diretto Francesco Puleti, assassinato insieme al figlio Ezio il 23 agosto sui monti sopra Sansepolcro, fu definita “gravemente sinistrata” dal sindaco di Pieve Santo Stefano, per “l’asportazione completa del bestiame, i campi disseminati di mine, i raccolti della scorsa annata non potuti effettuare, come pure le sementi non potute avvenire per la corrente campagna per la mancanza di bestiame necessario”. Con la guerra fu stravolta anche la vita dei famigliari di Fines Ciavattini, la giovane contadina uccisa a Terranieri: oltre al lutto per la morte della figlia, si videro “depredati del bestiame e svaligiata la abitazione”.

 

Ciriella di Bulciano (Pieve Santo Stefano), 10 agosto 1944

Le vittime furono uccise con colpi d’arma da fuoco; i cadaveri vennero rinvenuti dentro un cassone.

 

Cotignoli Maria Anna, di Luigi, nata a Pieve Santo Stefano il 19 gennaio 1876, colona, coniugata con David Rosati, residente a Bulciano.

Rosati David, di Giuseppe, nato a Pieve Santo Stefano il 20 novembre 1873, residente a Bulciano, colono, coniugato con Marianna Cutignoli.

Marini Giuseppe, di Pietro, nato a Pieve Santo Stefano il 17 ottobre 1878, residente a Bulcianella, bracciante, vedovo di Giuditta Agostini.

 

Rappresaglia del 14 giugno 1944

Strada provinciale Pieve Santo Stefano-Caprese Michelangelo

Il 14 giugno 1944, in uno scontro a fuoco presso Chiusi della Verna, dei partigiani uccisero un tedesco. Tanto bastò perché i loro commilitoni scatenassero la loro rabbia contro la popolazione inerme di Chiusi – dove vennero ammazzate dieci persone – e quanti incontrarono per la strada provinciale che scende a Pieve Santo Stefano. Soldati di passaggio su un camion lungo l’arteria uccisero Bragagni e Veri e i fratelli di Fragaiolo Elmo e Quinto Romolini.

Bragagni Domenico, di Giuseppe, nato a Verghereto, di anni 54, residente a Pieve Santo Stefano, bracciante, coniugato con Elvira Gazzani.

Veri Luigi, di Agostino, nato il 23 aprile 1906 a Pieve Santo Stefano, dove risiedeva, boscaiolo forestale, coniugato con Antonia Venturi.

 

Antonella (Pieve Santo Stefano), 18 agosto

Santi Ferrini e Anna Boncompagni erano sfollati al Casalino di Anghiari. Cercavano di tornare a casa al podere “La civetta”, insieme a Maria Pasquinelli e Giuseppe Mercati, che abitavano in poderi vicini. I tedeschi li catturarono nella “terra di nessuno”, da dove la popolazione era stata evacuata con minaccia di fucilazione per chi sorpreso all’interno. I quattro forse tentarono la fuga per evitare il rischio della deportazione.

 

Boncompagni Anna, di Giovanni, nata a Sansepolcro il 27 settembre 1889, residente a Montedoglio, casalinga, coniugata con Narciso Del Furia.

Ferrini Santi, di Giovan Battista, nato a Sansepolcro il 13 maggio 1901, residente a Montedoglio, colono, coniugato con Maria Pasquinelli.

Mercati Giuseppe, di Francesco, nato a Sansepolcro il 10 marzo 1910, residente in loc. Vannocchia, colono, coniugato con Pia Ghignoni.

Pasquinelli Maria, nata ad Anghiari il 25 dicembre 1899, residente a Montedoglio, colona, coniugata con Santi Ferrini.

 

Rogolo di Terranieri (Pieve Santo Stefano), 22 agosto 1944

Le vittime erano sfollate nei pressi; furono catturate dai tedeschi mentre erano in cerca di cibo.

 

Bindi Angiolo, di Gustavo, nato a Castiglion Fibocchi, residente a Pieve Santo Stefano, di anni 34, operaio stradale, celibe.

Ciavattini Fines, di Achille, nata a Badia Tedalda l’11 marzo 1921, residente in loc. Poggiolo, contadina, nubile.

Lucherini Adelmo, di Fedele, nato a Caprese Michelangelo il 10 ottobre 1901, residente a Pieve Santo Stefano, colono, coniugato con Amelia Giovagnoni.

Tizzi Arturo, di Leopoldo Gigante, nato a Pieve Santo Stefano il 4 maggio 1903, residente a Madonnuccia, agricoltore, coniugato con Filomena Del Bolgia.

 

Pietralba (sulla collina di Calcina), 22 agosto 1944

I capifamiglia Roti e Zanchi furono ritenuti responsabili dai tedeschi della mancanza di due donne ad un’ispezione fatta nelle case dove le loro famiglie erano rifugiate.

 

Roti Adelmo, di Silvio, nato il 21 gennaio 1912 a Pieve Santo Stefano, dove risiedeva, colono, coniugato con Lina Gherardi.

Zanchi Beniamino, di Pietro, nato a Sansepolcro l’8 aprile 1892, residente a Pieve Santo Stefano, bracciante, coniugato con Lucrezia Fontana.

 

Pozzuolo (Pieve Santo Stefano), 28 agosto

Vito Meozzi fu catturato in loc. Montevicchi insieme al figlio Pietro e a un giovane esponente della milizia civica che occupava Sansepolcro, evacuata dai tedeschi. Cercavano una vitella razziata. Vennero costretti a portare munizioni. Addosso a Pietro i tedeschi trovarono una mappa e una bomba a mano appartenente all’esponente della milizia civica. Questi riuscì a fuggire; i Meozzi vennero fucilati.

 

Meozzi Vito, di Angiolo, nato ad Anghiari il 6 novembre 1906, residente a Sansepolcro, bracciante, coniugato con Anna Buriani.

Meozzi Pietro, di Vito, nato a Sestino il 26 maggio 1927, residente a Sansepolcro, pastaio.

 

Altre vittime di Pieve Santo Stefano

Capaccini Luisa, di Tommaso, nata il 1° marzo 1928 a Pieve Santo Stefano, dove risiedeva, nubile, deceduta il 18 dicembre 1944 per gli esiti di violenza carnale “subita da militari tedeschi”.

Fioravanti Gino, di Angiolo, nato a Prato il 20 novembre 1913, residente a Pieve Santo Stefano, agente agrario, celibe, fucilato dai tedeschi tra il 26 e il 29 agosto 1944 in loc. Tamburello, presso Aboca (Sansepolcro).

Pandolfi Gino, di Massimino, nato a Badia Tedalda il 6 aprile 1906, residente a Pieve Santo Stefano, bracciante, coniugato con Aurelia Cipriani, ucciso dai tedeschi l’11 settembre 1944 a Rofelle (Badia Tedalda) per non aver evacuato la zona. Pandolfi fu ucciso insieme alla madre Maria Letizia Mastacchi, che risiedeva a Rofelle.

Pettinari Giuseppe, di GioBatta, nato a Pieve Santo Stefano il 20 giugno 1925, residente a Bulciano, celibe; riconosciuto dalla Commissione regionale dell’Emilia Romagna partigiano combattente dell’8a Brigata Garibaldi romagnola dal 2 marzo 1944; fucilato il 2 luglio 1944 dai tedeschi in rastrellamento a Lamone Campo Valgemma (Casteldelci).

Rinaldi Girolamo, di Santi, nato il 28 giugno 1915 a Pieve Santo Stefano, dove risiedeva, garzone, celibe, ucciso da soldati tedeschi il 20 agosto 1944 in loc. Molino di Grillena (o Fontanelle). Si ribellò alla deportazione.

Roti Anna, di Silvio, nata il 1° agosto 1905 a Pieve Santo Stefano, dove risiedeva, casalinga, vedova di GioBatta Lorenzini, morta il 4 ottobre 1944 all’ospedale di Sansepolcro “in seguito a maltrattamenti da parte delle truppe tedesche”.

Tofanelli Valentino, di Francesco, nato a Sansepolcro il 2 febbraio 1879, residente presso Madonnuccia, colono, vedovo di Ida Sarti, ucciso dai tedeschi tra il 26 e il 27 agosto 1944 presso il torrente Felcina. Tornato nel podere dopo l’evacuazione forzata, si rifugiò con dei famigliari in cantina. Fu sorpreso dai tedeschi fuori dalla sua abitazione intorno alla mezzanotte.

 

Partigiano fucilato

Pettinari Giuseppe, di GioBatta, nato a Pieve Santo Stefano il 20 giugno 1925, residente a Bulciano, celibe; partigiano nella formazione “Balze” fucilato il 2 luglio 1944 dai tedeschi in rastrellamento a Lamone Campo Valgemma (Casteldelci).

 

Per il testo integrale, con le note e le fonti iconografiche, si veda il mio volume Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere 1943-1944, Petruzzi Editore, 2016.