Carlo Liviero ha lasciato un’impronta indelebile nella storia altotiberina del Novecento. Il rilievo di un uomo così straordinario trascende l’aspetto squisitamente religioso e spirituale. È dunque importante che della sua figura si riappropri l’intera comunità locale, affinché diventi un prezioso punto di riferimento al di là di ogni diversità politica, culturale e religiosa. A tal fine è auspicabile che la beatificazione di Liviero da parte della Chiesa cattolica crei il contesto favorevole per un ulteriore approfondimento della sua personalità, delle sue opere e del periodo storico in cui visse.
Per i suoi intrinseci limiti, una breve comunicazione sulla società tifernate all’epoca di Liviero e sull’impatto che su di essa ebbe il dinamico vescovo non può che limitarsi ad offrire alcuni spunti di riflessione. L’episcopato di Liviero attraversò infatti un periodo storico assai tormentato, segnato da turbolenze politiche e sindacali, dal travaglio di una Chiesa inquieta di fronte alle sfide che poneva a tutti i livelli una società spesso percepita ostile, da una guerra devastante, dalla perdita della democrazia e dall’avvento della dittatura fascista.
In quest’epoca così difficile Liviero portò l’ardore delle sue convinzioni e una instancabile energia progettuale al servizio del benessere materiale e spirituale della popolazione. “Credere per amare”, la biografia scritta da mons. Camillo Berliocchi, esplora soprattutto la spiritualità di Liviero e la passione con cui visse l’episcopato; ne esalta l’eccezionale dinamismo, nutrito dal desiderio di salvare più vite possibile, sia nel corpo che nello spirito; sottolinea lo sbocco filantropico della sua fede nelle numerose opere da lui promosse. Si era del resto presentato alla comunità altotiberina con la fama di “padre dei poveri”, già guadagnatasi ad Agna, e con un proclama – “salvare le anime a qualunque costo” -, che ebbe il tono di un grido accorato, più che di un programma.
Non è facile addentrarsi nella biografia di Liviero. Si può provare un certo imbarazzo nel constatare che fu a lungo un uomo di parte, che combatté con accanimento per le sue convinzioni, e con altrettanto accanimento fu combattuto. Ma calarsi in quell’epoca, riviverne le lotte e le passioni politiche e ideali, permette di capire quanto quest’uomo sia stato straordinario. E finirà con il considerarlo tale anche chi non ne potrà condividere tutte le idee.