La loggia sopra corso Cavour e, sullo sfondo, “piazza di sotto”.

Toponomastica ottocentesca

Con l’unificazione nazionale, la toponomastica cittadina cominciò ad essere pro­fondamente influenzata dalle vicissitudini politiche.
Già nel 1861, i tifernati volle­ro ricordare in alcuni angoli della città gli animatori del patrio risorgimento. A Garibaldi fu dedicata la “piazza di sotto”, a Cavour via San Giacomo, a Vittorio Emanuele II il nuovo ponte sul Tevere. Forse con l’intenzione di voler infliggere un’ultima umiliazione ai gesuiti, piazza del Gesù, dove si situava l’entrata della lo­ro sede, divenne piazza Gioberti. Infine, “piazza del pesce” prese il nome del generale Fanti, entrato in città alla testa delle truppe italiane.
Nel 1890 si continuò l’opera, denominando l’area prospiciente la stazione ferroviaria, dov’era stata collocata la statua a Garibaldi, piazza Marsala, e dedicando a Mazzini via Sant’Egidio. Corso Vecchio, tra le due piazze principali, divenne corso Cavour e via San Giacomo, che aveva precedentemente assunto il nome dello statista, fu denomina­ta via XI Settembre, a ricordo del giorno dell’abbattimento del potere pontificio a Città di Castello.

Sei anni dopo, piazza Marsala si trasformava definitivamente in piazza Garibaldi, mentre “piazza di sotto” era destinata a ricordare la data del XX Settembre 1870. Nel 1890, inoltre, piazza San Francesco fu dedicata a Raffaello Sanzio e via Borgo Nuovo alla famiglia tifernate degli Albizzini.