La lettera di Verdi riprodotta da Hartmann.
Lo Stabilimento Lapi in una fotografia di Hartmann.

Litografo sopraffino

Alla “Lapi” non mancò certo lavoro raffinato per Hartmann, il quale era inoltre assorbito dall’impegno più propriamente commerciale, come la realizzazione di carte intestate, etichette, biglietti da visita, cartoline, partecipazioni per nozze, depliant e altro materiale pubblicitario per una clientela diffusa in tutt’Italia. Di quanto egli eccellesse in tale ambito portano testimonianza numerosi esemplari, conservati in alcuni album, di queste sue incisioni stampate dalla “Lapi”.
Cosa fosse in grado di fare Hartmann lo evidenzia un aneddoto pubblicato dal “Corriere della Sera” il 20 febbraio 1939. Lui e Lapi giocarono un tiro birbone ad Antonio Somma, che aveva loro lasciato una lettera autografa di Giuseppe Verdi. Ecco il resoconto: “Hartmann riprodusse la lettera verdiana col trasporto sulla pietra, a mano, disegnandovela in ogni particolare: la scrittura, le macchie d’inchiostro e della carta, i timbri postali, il francobollo. Un lavoro di miniatura costato mesi e mesi, capace di sopportare l’esame più minuzioso e scrupoloso […] Eseguite le riproduzioni, La Casa Editrice Lapi, per equivoco o per gioco, ne inviò una al proprietario dell’autografo con una semplice fascetta e un francobollo da due centesimi, come voleva la tariffa d’allora per le stampe semplici. Giunta la riproduzione al destinatario, questi la scambiò per l’autografo, e tra sorpreso e disgustato scrisse alla Casa Lapi in termini alquanto risentiti, non omettendo di rilevare che si era commessa una grande leggerezza nello spedire un documento tanto prezioso come se si fosse trattato di una qualsiasi stampa pubblicitaria.” E ancora: “Anni fa, il fortunato possessore di una di queste felicissime riproduzioni ebbe a mostrarla con indifferenza ad un gruppo di amici filatelici perché, come s’è detto, ogni riproduzione contiene oltre all’indirizzo un francobollo dell’epoca imitato alla perfezione, con riuscitissimi timbri di obliterazione. Gli amici, interessati più di tutto al francobollo, giudicato senza discussioni autentico, offrirono somme non trascurabili”.