Nelle immagini, l’espansione dell’insediamento industriale nel dopoguerra.
L’espansione dopo la seconda guerra mondiale
Il progetto di espansione della F.A.T. sarebbe stato completato dopo la guerra. Nel 1946 decise la ricostruzione del magazzino botti incendiato dai tedeschi nell’area di sua proprietà all’interno della cinta muraria. Dette così inizio a una serie di lavori che avrebbero completato la ristrutturazione della zona avviata prima della guerra.
Nel 1950 edificava il capannone lungo via Borgo Farinario e ristrutturava l’ex chiesa di Santa Caterina. Sistemava ogni pendenza con il comune relativa all’appoggio alle mura cittadine dei nuovi fabbricati, cedendo, a titolo di permuta, le prime tre arcate del suo magazzino prospiciente l’orto del Palazzo Vitelli alla Cannoniera e aprendo a proprie spese la porta sulle mura in prosecuzione di via delle Santucce.
Infine nel 1954 sventrava l’ex convento di San Domenico per costruire altri capannoni. La progressiva espansione edilizia nell’area disponibile tra la chiesa e il chiostro di San Domenico a nord, le mura a sud, il quartiere Mattonata a est, l’ospedale e la Pinacoteca a ovest aveva portato a costruire fabbricati a uso industriale per circa 80.000 metri cubi.
Costruzione dello stabilimento lungo via Borgo Farinario.
Via Borgo Farinario.
Ristrutturazione dell'ex-chiesa di Santa Caterina.