Lo stabilimento della Fattoria tra via Oberdan e l’imbocco di via Borgo Farinario (primi anni ‘40).
Lo stabilimento tra via Borgo Farinario e, sulla destra, la Segheria Garinei.
Stagionatura dei tronchi di legname nella segheria Garinei (1928).

L’espansione degli anni ’30

 

Quando la Fattoria iniziò a produrre e trattare il Virginia Bright, lo stabilimento si dimostrò inadeguato. Quella specie di tabacco che, nelle parole di Dino Garinei, richiedeva “terreno adatto, colono adatto, locali sufficienti”. Quanto alla necessità di ambienti appropriati, il direttore così si espresse nel 1932: “[…] si ritiene che collocati quest’anno 15 ettari per la cura in campagna, per gli altri 40 occorra fare le cure in Fattoria, e se ora vi sono i locali per 25 ettari bisogna provvedere ai locali per gli altri 15”.
In un primo momento si vagliò l’opportunità di acquisire l’area occupata, tra Via Borgo Farinario e le mura urbiche, dalla segheria dello stesso Dino Garinei, che operava da diversi anni e produceva botti per la Fattoria. Si trattava di un’impresa autonoma, che soddisfaceva in pieno le esigenze del consorzio, liberandolo dall’onere di dover confezionare per proprio conto le botti necessarie alla sua attività. Per questo i procuratori non ritennero conveniente accogliere i ripetuti inviti del direttore Garinei a riscattare la segheria. Ora si constatava che l’ampliamento della Fattoria avrebbe necessariamente comportato costruire altri locali nel pur ristretto spazio tra Via Borgo Farinario e le mura. Tuttavia in quel frangente si scelse di tenere ancora in vita la segheria e di fabbricare un primo edificio oltre Via Borgo Farinario, con l’acquisto del terreno di proprietà Festini e l’autorizzazione da parte del Comune a occupare parte del pomerio e ad accedere alle mura.
Per qualche anno la situazione rimase invariata. Quando però, nel 1937, la Fattoria ebbe l’opportunità di incrementare la superficie della concessione di 150 ettari, si ripropose la questione della carenza di ambienti lavorativi. Si legge nel verbale dell’assemblea dei soci del maggio 1938: “La superficie a Kentucky è diminuita del 10%, ma quella del Bright è aumentata di oltre il 100%. L’aumento di superficie ha creato il problema dei locali di Magazzino divenuti insufficienti di fronte all’aumentata produzione per 4.000 q.li e ha imposto di provvedere ad alcuni acquisti di immobili […] e di stipulare alcuni contratti di affitto”. La Fattoria infatti prese a usufruire del lungo capannone che costeggiava il Pomerio, con ingresso da Via Oberdan, e che faceva parte del complesso di Palazzo Vitelli alla Cannoniera; l’iniziale contratto di affitto preluse all’acquisto dell’immobile tra il 1939 e 1940. Contestualmente acquisì una vasta area fabbricabile nella zona periferica di Rignaldello. Vi costruì un vasto magazzino-deposito, collegato con un raccordo alla stazione ferroviaria per agevolare la spedizione del tabacco imbottato. Il capannone e il raccordo ferroviario divennero operativi all’inizio del 1940.