Opuscolo sulle vicende del testamento Bufalini.
La tenuta di Santa Fista.

Le vicende del testamento Bufalini

Con testamento del 29 aprile 1893, il marchese Gio:Ottavio Bufalini lasciò il suo cospicuo patrimonio per erigere “una scuola per l’avviamento professionale degli esercenti arti e mestieri dei comuni di Città di Castello e Sangiustino”. Ciò si sarebbe potuto realizzare, tuttavia, se la cugina contessa Emma Orlandini del Beccuto non avesse avuto un figlio e, in tal caso, non prima che lei avesse raggiunto i 55 anni di età. Qualora e nel momento in cui si fossero realizzate queste condizioni, la contessa avrebbe avuto dall’eredità un legato di centomila lire, a sua scelta se in beni immobili o in contanti.

Già alla morte del marchese, nel 1896, sorsero serie difficoltà. Le divergenze tra Gio:Ottavio e il fratello Giulio avevano ancora impedito la divisione dei beni, sui quali per di più gravavano forti passività. Le “liti dispendiose e difficili” che ne conseguirono, così come l’onere di un’ingente tassa di successione, resero ardua l’opera di quanti si adoperarono per salvaguardare il patrimonio e l’obbiettivo filantropico per il quale era destinato. Il risultato sperato fu però raggiunto, risolvendo ogni controversia con Giulio Bufalini, nominando amministratrice giudiziaria la contessa Orlandini del Beccuto e definendo il ruolo di controllo che le Congregazioni di Carità di Città di Castello e di Sangiustino avrebbero esercitato sull’amministrazione della contessa.. Nel contempo fu avviata un’opera di risanamento che, dopo alcune alienazioni e grazie all’utile del taglio di boschi, rese possibile già nel 1911 liberare il patrimonio da ogni passività.
Il 21 luglio 1914 scadde dunque il termine indicato da Gio:Ottavio Bufalini. La cugina Emma Orlandini del Beccuto, che non aveva avuto figli, preferì ricevere come legato, invece che 100 mila lire in contanti, la tenuta di San Maiano, di cui entrò in possesso nel luglio 1916.