L’appello del generale Alexander

Il “repentino aumento” dalla fine di maggio 1944 delle azioni di sabotaggio da parte dei partigiani, dei loro attacchi ai soldati e ai presidi più vulnerabili della Guardia Nazionale Repubblicana rese evidente al comando germanico che la Resistenza stava sferrando un’offensiva su vasta scala. Intanto il fronte bellico si avvicinava. L’entrata degli Alleati a Roma, il 4 giugno, galvanizzò le bande dell’Alta Valle del Tevere.

Nella notte dall’8 al 9 giugno le stazioni radio di Roma, Bari e Londra diffusero il messaggio ai partigiani del comandante delle forze alleate in Italia Harold Alexander: “Patrioti! Come sapete, le divisioni tedesche stanno ritirandosi lungo tutto il fronte italiano. Secondo informazioni ricevute da voi e da altre fonti, si sa che i tedeschi tenteranno di riorganizzarsi in resistenza sulla linea approssimata Pisa-Rimini. Questa linea è chiamata dai tedeschi Linea Gotica […]. Fate tutto quanto è possibile per distruggere, ritardare, ingannare il nemico, con tutti i mezzi da voi adottati e con quelli consigliati da noi. Il lavoro da voi compiuto è buono: raddoppiate i vostri sforzi. Il vostro lavoro è di importanza vitale e l’occasione è eccellente”. Alle bande che operavano a ridosso della Linea Gotica dette indicazioni specifiche: “Osservate attentamente quali misure difensive vengono prese dai tedeschi, dove costruiscono le loro piazzole, dove preparano i loro campi minati, quali ponti si apprestino a demolire, dove puntino i loro cannoni, dove dispongono i loro depositi di munizioni e di carburante. Raccogliete tutte queste informazioni, annotate esattamente e fate sì che giungano sino a noi”. Con un volantino lanciato da aerei dietro le linee tedesche, Alexander ribadì la priorità strategica di rendere difficoltose le comunicazioni germaniche: “Tutti all’attacco! […] In questo momento le vie di comunicazione sono di vitale importanza per il nemico se questo tenta di sottrarsi all’attuale battaglia di annientamento. […] Fate tutto quanto è in vostro potere per intralciare i movimenti del nemico. Aggravate la confusione nelle retrovie del nemico […]. Collaborate tra voi stessi. Collaborate con me. Insieme noi raggiungeremo la vittoria”. Alexander invocò un’offensiva di guerriglia: “Evitate battaglie vere e proprie, ma compite incursioni contro piccoli centri di comando, preparate agguati alle colonne di autotrasporti durante la notte, uccidete tedeschi, ma in modo da poter fuggire rapidamente e ricominciare a ucciderne; fate sì che in tutte le strade secondarie sieno appostati in pieno giorno franchi tiratori che rendano poco sicuro il passaggio di automezzi tedeschi isolati”. Il generale dette anche istruzioni molto specifiche: “Preoccupatevi massimamente di bloccare le strade e di creare confusione per i tedeschi, e di alterare e eliminare tutti i cartelli indicatori”; “Fate saltare piccoli ponti e sovrapassaggi […] spargete sulle strade ordigni che facciano scoppiare i pneumatici delle loro macchine”.

Tale fu, dunque, l’incitamento che giunse anche ai partigiani altotiberini. Ma i tedeschi, intenzionati ad arroccarsi su quella Linea Gotica che attraversava proprio il confine settentrionale della valle, già sapevano che in questo territorio avrebbero combattuto accanitamente per rallentare il nemico. Rappresentava dunque per loro una necessità impellente rendere inoffensive la formazioni alla macchia.

 

Per il testo integrale, con le note e le fonti delle illustrazioni, si veda il mio volume Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere 1943-1944, Petruzzi Editore, 2016.