La simpatia di Carducci per l’Alta Valle del Tevere.
Casa Carducci a Bologna.

Lapi “corteggia” Carducci

L’intraprendente Lapi si conquistò la fiducia del poeta facendogli dono di un suo volume, da lui molto apprezzato per la veste tipografica. Ringraziandolo per i lusinghieri giudizi, nell’ottobre del 1886 Lapi gli scrisse: “La sua lode alle mie povere edizioni mi lusinga immensamente e m’indica che la via semplice e non rumorosa che percorro non è poi tanto cattiva. La mia sarà un’esistenza modesta di editore, ma sarò soddisfatto se non riuscirò disutile. Illustre professore, mi abbia in buona memoria e se posso valere qualche cosa mi onori dei suoi comandi, che sarà una gran fortuna per il suo dev.mo […]”.
Lapi, che di Carducci aveva già pubblicato Sei odi barbare (1885), ambiva a essere editore di qualche altra sua opera e glie lo propose in modo schietto e coraggioso di lì a poco, nel biglietto di auguri di buon anno: “[…] l’aspirazione che ho, [è] di essere da lei preferito nella prima nuova pubblicazione che farà”.
Le garbate insistenze dell’editore tifernate fecero breccia nel poeta, che alla fine del 1887 gli affidò la stampa del Libro delle Prefazioni, richiesto dal «Capitan Fracassa» per farne dono agli associati. In esso Carducci raccolse alcuni suoi scritti di età giovanile per la Biblioteca Diamante di Barbera e, nella prefazione, rintracciò le radici della sua prosa letteraria negli autori classici e nell’italiano del Trecento.
Lapi non si accontentò e, mentre procedeva la correzione delle ultime bozze del volume, si fece ancora avanti con il Carducci: “Nella bozza della pagina dopo il frontespizio ho veduto che la proprietà letteraria rimane a lei. Passato il tempo necessario al Fracassa per esaurire la presente edizione, quante volte ella non abbia impegni, specialmente con quel Giornale, e fosse disposto a cedere temporaneamente questa sua proprietà, potrei pregarla a preferirmi?”
Per i tipi di Lapi, Carducci avrebbe pubblicato anche La Bicocca di San Giacomo (1897); l’ode, con una versione latina di Angelo Sommariva, uscì in occasione del 35° anniversario di insegnamento di Carducci.