Palazzo Vecchio e l’entrata delle logge prima del restauro.
La farmacia Bini nell'edificio dell'ex canonica di San Fortunato.
La demolizione dell'ex canonica di San Fortunato.
Il progetto di edificio municipale progettato per la parte orientale di piazza Vitelli.

L’ampliamento della piazza

Nel 1877, le autorità comunali si trovarono costrette ad ordinare l’immediata demolizione della chiesa di San Fortunato per “il manifesto pericolo che presentava la facciata, la quale, non più in perfetta posizione vertica­le, costituiva una perenne minaccia per i passanti, essendo per disgrazia sormonta­ta da un barocco e pesantissimo cornicione ed attico in completa muratura”.
Nonostante che la questione fosse sovente oggetto di dibattito, si dovette attendere la fine del secolo perché quella parte della piazza avesse una decorosa sistemazio­ne. Per un lungo periodo, pur essendo uno dei punti migliori della città, area di accesso obbligatoria per il mercato dei cereali e, quindi, frequentatissima da mer­canti ed agricoltori, essa rimase “senza lastrico, fiancheggiata da mura rozze ed indecenti, deturpate per giunta dall’avanzo della demolizione della chiesa di San For­tunato”, e con accesso troppo angusto alla stazione ferroviaria.
Nel frattempo, non era stata abbandonata l’idea di realizzare un nuovo edificio affacciato sulla piazza, sede eventuale di gran parte degli edifici comunali, acqui­stando a tal fine, anche la casa Pierleoni e prevedendone la demolizione. La gra­ve crisi economica e sociale che si manifestò nel 1898, però, spinse il comune ad accelerare i tempi, “in causa delle richieste che ne venivano fatte e che traevano origine dal caro dei viveri e dal desiderio di evitare tumulti”. Si lasciarono perdere i progetti ambiziosi, ma irrealizzabili, e si deliberò in via d’urgenza il restauro della facciata di Palazzo Vecchio Bufalini prospiciente piazza Vitelli.
Inoltre parve più sensato, soprattutto per accrescere gli spazi per mercati e fiere, ampliare piazza Vitelli demolendo anche l’edificio che affiancava la chiesa di San Fortunato, allora occupato dalla farmacia Bini. Ciò avvenne nel gennaio 1899, ancora per l’urgenza di creare occasioni di lavoro per gli operai.