La rimozione dal grado

Il Concordato mutò in parte la posizione lavorativa di Venanzio Gabriotti. Da subeconomo dei Benefici Vacanti, e quindi funzionario statale, divenne dipendente dell’ufficio della curia preposto all’amministrazione dei beni ecclesiastici. La S. Sede avrebbe preferito assegnare a tale scopo membri del clero, ma la mancanza di sacerdoti disponibili e, soprattutto, esperti di rapporti commerciali, giuridici e burocratici con gli altri enti pubblici e privati indusse a confermare fino a nuove disposizioni l’abile subeconomo.

La sua dimensione pubblica continuò ad essere segnata dall’affetto e dalla stima di gran parte dei concittadini. L’assemblea della “Mutilati” lo riconfermò unanimemente alla presidenza della sezione e i soci vollero donargli una pergamena a ricordo del decennale dell’associazione. In essa, “entusiasti e riconoscenti”, resero omaggio alle sue virtù civiche, additandolo al plauso dei tifernati perché “suscitatore di bontà, di energie, di affetti, consigliere e guida affezionata di minorati, di genitori, di vedove, di orfani di guerra, che solleva con opere e con carità, consigliere ricercato per rettitudine e disinteresse”.

Un’altra testimonianza della sua popolarità la si ebbe in occasione dello spettacolo promosso dalla Filodrammatica al Teatro La Vittoria nell’estate del 1929. Eccezionalmente si esibì in una commedia l’intero consiglio direttivo dell’associazione, lui compreso.

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