La sede di via San Bartolomeo, con i laboratori, al termine della costruzione.
Fase di costruzione della sede.
Il laboratorio della succursale di Sangiustino.

La nuova sede della Scuola Operaia

L’attuale sede della “Bufalini” si situa in quello che un tempo era il vasto orto del convento di San Francesco. Divenne di proprietà del Comune dopo l’Unità italiana, quando lo Stato incamerò molti beni ecclesiastici.

Nel settembre 1941 il podestà Amedeo Corsi deliberò la concessione di parte del terreno dell’Orto di San Francesco per costruire la sede della scuola. Progettò l’edificio l’ingegnere Luigi Castori, direttore della “Bufalini”. Per la posa della prima pietra – nel novembre 1942 – giunse il ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai. A quell’epoca le sorti del secondo conflitto mondiale non parevano ancora compromesse e si confidava di poter concludere al più presto i lavori sia della sede tifernate della “Bufalini”, affidati all’impresa di Angelo Spinalbelli, sia della succursale di San Giustino, che procedevano di pari passo.
In effetti il cantiere procedette con una certa alacrità. All’inizio del 1943 erano già iniziati i lavori di sistemazione del terreno. Poi, su richiesta della Soprintendenza ai Monumenti, fu necessario rivedere il progetto per arretrare di circa quattro metri l’ubicazione dell’edificio, in modo tale da allinearlo a Palazzo Albizzini. Sorsero anche impreviste difficoltà: a Città di Castello una falda freatica nell’Orto di San Francesco impose costose opere di consolidamento mediante puntoni in legno; contestualmente la crescita del costo del lavoro fece capire che non sarebbe certo bastata la spesa di L. 1.590.000 per i due edifici prevista da Castori.
L’aggravarsi delle vicende belliche prima, il passaggio del fronte per l’Alta Valle del Tevere poi, bloccarono la fabbricazione della scuola, giunta comunque a buon punto.
I disagi del dopoguerra impedirono di riaprire il cantiere immediatamente. Da un lato il costo proibitivo delle materie prima, dall’altro le ridotte disponibilità finanziarie per il saccheggio e i danni subiti dalle proprietà terriere dell’Opera Pia, impedirono di riavviare i lavori prima del 1946. Il cantiere fu assunto dall’impresa edile di Domenico Marinelli.
Un contributo importante lo dettero i laboratori della Scuola: istruttori e allievi dedicarono l’attività pratica di officina per realizzare gli infissi in legno e in ferro, le inferriate e le balaustre del nuovo edificio; poi continuarono a prestare la loro opera in esso, dedicandosi ai montaggi e alla verniciatura. Si calcolò che l’apporto del personale e degli allievi della Scuola permise un risparmio di circa un quarto sui costi complessivi.
La Scuola Operaia si trasferì nella nuova sede il 6 ottobre 1948. Per l’inaugurazione ufficiale giunse il 14 maggio 1949 il ministro Guido Gonella.
La disponibilità di un edificio moderno e funzionale a Città di Castello non risolse però tutti i problemi didattici. Il considerevole afflusso di allievi anche nel secondo dopoguerra mise a nudo la carenza di spazio nei laboratori. Soffriva soprattutto il reparto di falegnameria, nel 1952 ancora confinato in un’ala del laboratorio meccanici. Si cominciò quindi a richiedere il finanziamento di un corso per muratori disoccupati per finalizzarlo proprio alla costruzione di un nuovo laboratorio. Ciò avvenne nel 1955, con i 25 muratori del corso di perfezionamento nel mestiere avviato per dar loro migliori opportunità di trovare occupazione. Il padiglione di falegnameria divenne operativo all’inizio dell’anno scolastico 1956-1957.
Un ulteriore ampliamento della sede della “Bufalini” ebbe luogo nel decennio successivo, con la fabbricazione del nuovo reparto saldatura, inaugurato nel dicembre 1966.