Momenti della demolizione dei laboratori costruiti nel dopoguerra, per erigere la nuova struttura in coabitazione con l’Istituto Tecnico Industriale.

I nuovi laboratori

Una vasta e radicale ristrutturazione dell’area avvenne alla fine degli anni ’80 del Novecento. I locali dell’ex convento di San Francesco erano stati occupati dall’Istituto Tecnico Industriale Statale, una scuola in forte crescita, alla quale non bastava più nemmeno la sede distaccata nello stabile attiguo al seminario vescovile. Nel contempo stava prendendo corpo una stretta collaborazione tra “Bufalini” e Istituto Tecnico. La stessa amministrazione della Provincia si stava ponendo l’obiettivo di “attuare l’integrazione dell’attività” delle due scuole per agevolarne i rapporti con il mondo del lavoro e favorire gli sbocchi occupazionali degli allievi.

In tale contesto maturò l’idea di costruire, nel terreno di proprietà della “Bufalini”, un nuovo stabile di tre piani che avrebbe garantito l’auspicato ampliamento dell’Istituto Tecnico, mantenendo al pianterreno e nel contempo rendendo più moderni i laboratori della Scuola Operaia. La convenzione tra Provincia e Opera Pia fu sottoscritta l’11 marzo 1989. L’immobile, dalla struttura portante interamente in acciaio, prevedeva complessivamente 20 aule, 6 laboratori e 3 aule speciali; al piano terra trovarono posto la falegnameria e l’officina macchine utensili e saldatura della “Bufalini”. I precedenti laboratori furono demoliti, lasciando ad area verde e cortile lo spazio tra il nuovo edificio, la sede della Scuola Operaia e Via San Bartolomeo.
Tale intervento urbanistico nel cuore della città sollevò controversie.
I nuovi laboratori furono inaugurati il 27 dicembre 1991. Di lì a qualche anno, nuove attenzioni sarebbero state riservate anche al corpo centrale della Scuola, con una più razionale sistemazione di uffici, servizi igienici e spazi operativi.