L’entrata del portico e il carnevale all’epoca della costruzione della sede della Cassa.
Il loggiato in epoca fascista.

La copertura a vetri del portico e il carnevale

Il progetto della Cassa di Risparmio di collegare il portico esterno dell’istituto bancario con il portico del Palazzo Vecchio Bufalini venne accolto con grande fa­vore dall’opinione pubblica. Si creava, così, un organico polo d’affari che include­va la Cassa, la sala di contrattazione dei commercianti e il frequentatissimo mercato dei cereali, in pieno centro cittadino, in una delle zone dove più intensa si manife­stava la vita commerciale in occasione dei mercati.
Per i tifernati, il portico del Palazzo Vecchio rappresentava molto più di un sem­plice e occasionale centro di affari. Era lì, infatti, che, a partire dall’ultimo de­cennio dell’Ottocento, si tenevano i festival popolari durante il carnevale. Affollati da chiunque volesse divertirsi con poca spesa e il massimo del buon umore, i festi­val attiravano gente dalla città e dalla campagna. Al suono del concertino, incu­ranti della calca e della polvere che si sollevava, i tifernati gremivano il portico a partire dal primo pomeriggio e si davano alle danze con passione.
La rilevanza di questo spazio pubblico fece sentire l’esigenza di una copertura a vetri per rendere possibile una sua utilizzazione anche in caso di maltempo. Nel 1905 la Cassa di Risparmio scelse proprio tale progetto per celebrare con una degna opera pubblica il cinquantesimo anniversario della sua fondazione e stanziò la somma di L. 10.000.
Due anni dopo, il Comune acquisiva il contributo e sceglieva, tra i progetti presentati, quello della Fonderia del Pignone di Firenze, con la richiesta che la stessa, nell’effettuazione dei lavori, ricorresse per quanto possibile a mano d’opera locale. Nel giugno del 1908, la copertura a vetri del mercato dei cereali era completata e l’associazione Pro Tiferno inaugurava il nuovo locale con due festival popolari. A partire dall’anno successivo, l’organizzazione dei festival carnevaleschi fu curata dalla Società Patriottica degli Operai, che devolveva gli utili della manifestazione a favore degli ospizi mari­ni per i fanciulli e del fondo cronicismo della stessa associazione.
Si continuò a danzare a lungo nel portico. Cronache del 1925 confermano che la tradizione era ancora viva.
Con il tempo, questo spazio pubblico divenne naturale sede delle più varie ma­nifestazioni, compresi i banchetti popolari che le associazioni tifernati promuove­vano in occasione di particolari celebrazioni. Nel 1910, dopo la posa della prima pietra del monumento a ricordo dell’XI Settembre, vi fu servito un pranzo con ben 500 coperti.