Giovane tipografo impegnato nella composizione a mano.
Il reparto compositoria della "Unione Arti Grafiche".

Il saturnismo

Anche se le rivendicazioni dei tipografi mi­ravano soprattutto ad ottenere migliora­menti salariali, con il passar degli anni creb­be il malcontento per le catti­ve condizioni igieniche dell’ambiente di la­voro. Se si eccettua la «Lapi», che nel 1913 aveva saputo dotarsi di una sede adeguata e moderna, le altre tipografie operavano in locali vecchi e inadatti, malamente riscal­dati e del tutto insufficienti a garantire una dignitosa sistemazione alle decine e decine di operai che vi lavoravano.
Il pericolo più grave era rappresentato dal saturnismo, la malattia professionale dovuta a intossicazione da piombo e antimonio cui erano soggette le maestranze maggiormente esposte a questo materiale. Il contatto con il piombo era continuo, sia durante l’o­perazione di composizione che di scompo­sizione. Siccome la polvere di piombo si de­positava lentamente un po’ ovunque, si ren­devano necessarie precise norme igieniche riguardo all’ambiente di lavoro. Queste ve­nivano spesso disattese, come quando si ef­fettuava la pulizia delle casse con un sof­fietto che provocava un pericoloso solleva­mento del pulviscolo. Gli stessi locali di la­voro non erano adeguatamente ampi, asciut­ti e con aperture sufficienti per un buon ricambio dell’aria. Il saturnismo si rivelava con sin­tomi preoccupanti, come coliche addomi­nali e paralisi.
Il compositore a mano era soggetto ad un elevato rischio di mortalità anche per affezioni dell’apparato digerente, del fegato, dell’apparato circolatorio, della nu­trizione in genere e, come risultò via via più evidente, per l’alta incidenza della tu­bercolosi. Nonostante la mancanza di dati precisi, si registrarono in città alcuni decessi cau­sati da malattie professionali.
La preven­zione era pressoché inesistente; si consiglia­va ai tipografi di bere almeno mezzo litro di latte al giorno, non perché questo elemento avesse alcuna azione preventiva dell’intossicazione, ma solo per la sua be­nefica azione diuretica. Per il resto, non si faceva altro che raccomandare alcune precauzioni di igiene persona­le, quali la protezione del viso e delle mani dal pulviscolo di piombo.
Per dare assistenza alla categoria, nel 1927 nacque la «Cassa Nazionale di Mutualità e Previdenza per gli Addetti al­l’Industria della Stampa». A Città di Ca­stello il numero iniziale di 18 iscritti andò sempre più aumentando fino a raggiunge­re il considerevole livello di 173 soci nel 1939. Dal 1934 l’assistenza previdenziale dei ti­pografi si era estesa fino a comprendere l’in­validità e la vecchiaia.
Animatore della Cas­sa, sin dalla fondazione, fu il tipografo dell’«Unione Arti Grafiche» Vincenzo Braganti.