Nel dettaglio della “Pianta di Città di Castello” dell’abate Filippo Titi, l’area urbana tra la chiesa di San Domenico e le mura urbane (XVII secolo).
L’area dove si è sviluppato lo stabilimento della Fattoria in un particolare della pianta di Città di Castello pubblicata da Giovanni Magherini Graziani (1890).
Interno del magazzino di via Oberdan all'inizio degli anni '20.

Il primo magazzino

 

Come magazzino per il ritiro del prodotto coltivato dai suoi aderenti, nel 1910 il Sindacato per l’Esportazione dei Tabacchi prese in affitto dalla Congregazione di Carità tifernate dei locali appartenenti all’Opera Pia Muzi-Betti. Si situavano nell’odierna Via Oberdan (già Via in Pareti o Via dello Spedale) ed erano sottostanti l’orfanotrofio femminile. Il complesso includeva un ampio corridoio e quattro ambienti; in quello che dava sull’accesso alla scuderia della Congregazione si prevedeva di praticare un’apertura da adibire a piano-caricatore. Nell’ultimo ambiente si trovava un affresco “rappresentante la cena degli apostoli”; sebbene – a dire degli amministratori della Congregazione – non fosse “considerato di gran pregio”, si faceva obbligo al Sindacato di restituirlo nelle “discrete condizioni” in cui era stato consegnato.
Nel marzo 1911, il liquidatore del Sindacato per l’Esportazione dei Tabacchi concesse al presidente del Consorzio Cooperativo fra i Coltivatori di Tabacco in Città di Castello l’uso del magazzino. Su quei locali mise però gli occhi anche il nucleo promotore della Fattoria Autonoma Consorziale Tabacchi. Nel gennaio di quell’anno Sergio Rossi, a nome del gruppo, aveva preso in affitto – “per eseguire l’imbottamento del tabacco” – un locale di proprietà comunale al pianterreno dell’ex convento di San Francesco. Evidentemente lo spazio a disposizione era insufficiente o inadeguato, perché a fine marzo i soci della Fattoria decisero, nel loro primo incontro verbalizzato, di chiedere alla Congregazione di Carità proprio l’ambiente in Via dello Spedale “adibito ad uso scuderia del direttore tecnico” dell’ente, per sistemarci “i locali di essiccatoio e subito impiantare un essiccatoio con stufa Leveque”.
Non è del tutto chiaro come si siano allora intrecciati i rapporti tra le due associazioni di coltivatori di tabacco. Ancora all’inizio di giugno del 1911 i 57 proprietari riuniti nel Consorzio Cooperativo dichiaravano come Magazzino Generale di Concentramento “quello in sostituzione del Sindacato posto in Città di Castello Via dello Spedale 10a”; questi possidenti – nessuno dei quali apparteneva al nucleo fondatore della F.A.C.T. – elessero a loro rappresentanti Giuseppe Alberti e Dino Garinei, che di lì a poco avrebbe assunto un ruolo chiave nella Fattoria proprio come direttore del magazzino. Certo è che il primo contratto di affitto stipulato dalla Fattoria con la Congregazione di Carità risale al 30 settembre 1912. Alla fine di marzo dell’anno successivo venne esteso agli ambienti della cosiddetta “scuderia” dell’ente assistenziale.