Testo del “plauso” tributato alla ristampa dei “Rerum”.
Carta intestata della "Lapi".

Il “plauso” degli storici

La ristampa dei fascicoli dei Rerum Italicarum Scriptores procedette con solerzia e con legittima soddisfazione dei suoi promotori. Il numero degli abbonati crebbe, fino a sfiorare i 500, considerata la quota minima per garantire autonomia finanziaria al progetto.
Scipione Lapi continuò a dedicarsi con passione e dinamismo all’attività editoriale; la ristampa dei Rerum rappresentava per lui un ulteriore prestigioso biglietto da visita. I verbali della commissione amministratrice che lo affiancava nella gestione dello Stabilimento rivelano come egli fosse sempre in giro per l’Italia. Si legge in data 26 dicembre 1900: “Il cav. Lapi fa notare le sottoscrizioni avute nell’ultimo suo viaggio e ritiene opportuno di battere ora che il ferro è caldo, e di recarsi per ora in Sicilia e Calabria, ciò che farà negli entranti mesi di gennaio e febbraio. La commissione approva”.
Gli appunti giornalieri del litografo di fiducia dello Stabilimento, Enrico Hartmann, confermano come molte delle energie di Lapi fossero assorbite dai rapporti con gli autori dei fascicoli dei Rerum, dalle consegne di bozze e manoscritti e dalla promozione dell’opera. Ecco un breve estratto di fine gennaio-inizio febbraio 1901:
“31 gennaio: Oggi alle 13.30 è stato il nostro principale sig. professore in udienza dal Re Vittorio Emanuele III per offrire a S[ua] M[aestà] i primi cinque fascicoli del Muratori […].
1 febbraio: Oggi il prof. era a Firenze con Fiorini per trovare il Carducci.
3 febbraio: È giunta una lettera del prof. il quale diceva che S. M. aveva lodato il modo con quale furono eseguite le sue iniziali”.
Nel 1903 si intrecciarono le emozioni più intense. All’inizio di aprile la riedizione dei Rerum ottenne il plauso ufficiale del Congresso Internazionale di Scienze Storiche tenutosi a Roma, nonostante la pressante opposizione dell’Istituto Storico romano.
Dopo tale successo, il 14 aprile Lapi venne ricevuto da una sua calorosa sostenitrice, la regina Margherita. Quasi contemporaneamente, un Carducci entusiasta così rispondeva – in una lettera a Fiorini – agli auguri formulatigli dai congressisti di Roma: “Studi speciali che ringiovaniscono, organicamente atteggiandola, la mirabile opera muratoriana, attestano risorgimento potente dell’Italia anche nella disciplina storica. Salute e plauso a chi li dirige e li eseguisce. Io meravigliando contemplo l’opera da me trepidamente iniziata”.