Lo stabilimento per la lavorazione della ginestra.
Il lavatoio di porta San Florido
Nel 1937 fu inaugurato il lavatoio tra il ponte sul Tevere e porta San Florido. La sua costruzione rispondeva, alquanto tardivamente, alle esigenze delle tante lavandaie ancora costrette ad inginocchiarsi sulle sponde del fiume per esercitare il loro lavoro.
Le lavandaie lo avevano richiesto pressantemente, anche con manifestazioni di protesta, sin dall’inizio del ‘900. Dopo la Grande Guerra i socialisti lo avevano inserito fra le opere pubbliche prioritarie per la nuova amministrazione, deliberando la costruzione di due padiglioni, presso porta San Florido e porta San Giacomo. Però le forzate dimissioni della loro giunta, dopo l’incursione degli squadristi fascisti nel 1921, aveva provocato la sospensione dei progetti.
Fu il podestà Enrico Ruggieri a reinserire i lavatoi tra le opere pubbliche prioritarie.
Fuori porta San Florido fu impiantata, prima della seconda guerra mondiale, pure la fabbrica per la lavorazione della ginestra. La politica autarchica del fascismo favorì le iniziative che si proponevano la piena valorizzazione dei prodotti agricoli e campestri anche secondari, come appunto la ginestra. L’azienda iniziò l’attività nel 1938; nel 1941, aveva 60 dipendenti.