Il muro del “Conventaccio” lungo via Cerboni.
Interno del "Conventaccio".

Il “Conventaccio”

Nell’intenzione di attuare contemporaneamente un’azione di recupero di una sezione del centro storico e la costruzione di un cospicuo numero di nuovi quartie­ri, l’attenzione delle autorità comunali e dell’Istituto Fascista per le Case Popolari fu rivolta al complesso del “Conventaccio”, tra via Cerboni e via di Pompeo, dove vivevano agglomerate 25 famiglie in condizioni di miseria morale e materiale e di grave precarietà, con ambienti e passaggi comuni che determinavano una vera e propria promiscuità.
Il progetto prevedeva la demolizione del “Conventaccio” e la costruzione, nella stessa area, di quattro corpi di fabbricati ad uso di abitazione per impiegati con ingresso in via Roma e altri tre, per 36 quartieri più popolari, con ingresso in via Cerboni.
Il 9 maggio 1942, il “piccone demolitore” iniziò la sua opera, ma i lavori dovettero essere poi sospesi per l’impossibilità di trovare al­tri locali dove poter ospitare, nel frattempo, le famiglie del “Conventaccio”. In­fine, la guerra impedì il completamento del progetto.
Dopo il conflitto, la demolizione fu completata sono quando fu possibile trasferire i residui inquilini nei nuovi appartamenti popolari costruiti nella periferica via Nova, presso viale De Cesare.