La sede della tintoria Bellanti, presso porta San Giacomo.

I lanifici Fabbi e Bellanti

Tra l’aprile e il luglio del 1827 Giuseppe Fabbi e Luigi Bellanti ottennero la patente richiesta da precedenti disposizioni per “proseguire” la fabbricazione di “drappi di lana di seconda qualità, come saje e mezzelane”. Era in atto un intenso sforzo per stimolare l’industria tessile nello Stato pontificio. Il Camerlengo istituì un concorso annuale con premi ai “tessuti di lana, seta, cotone, canepa e lino […] giudicati più meritevoli”; contemporaneamente una circolare ministeriale invitò le autorità comunali a “eccitare i singoli fabbricatori di prestarsi alla lavorazione di quei drappi il cui uso è più comune, e a non trascurare la fabbricazione delle lane,” – si sottolineava – “resa ora di una quasi assoluta necessità”…

 

Il testo è nel documento allegato.