Vittime di bombardamenti e cannoneggiamenti agli Zoccolanti

Nella periferia meridionale della città, a ridosso delle alture dove i tedeschi avevano posizionato le loro difese, si vivevano giornate d’incubo. Ne porta memoria il diario del parroco di San Pietro di Garavelle, padre Emilio Cuppoloni dei Frati Minori. Il convento degli Zoccolanti, punto di riferimento spirituale della parrocchia, si situava in posizione strategica proprio sul restringimento della valle a sud di Città di Castello. Finì dunque con il diventare luogo di rifugio di tante persone della zona e del centro urbano, ma anche importante posizione difensiva dei tedeschi e, di conseguenza, bersaglio dell’aviazione e dell’artiglieria britanniche.

La popolazione intrappolata in mezzo ai combattimenti non poteva più nemmeno contare su adeguate forme di assistenza: il 21 giugno, un contadino, ferito gravemente dai colpi di un cacciabombardiere britannico che attaccava una postazione di artiglieria tedesca presso gli Zoccolanti, morì dopo essere stato trasportato con un carrettino a mano all’ospedale di emergenza del seminario vescovile.

L’episodio più cruento il 15 luglio, quando un colpo di artiglieria britannica uccise una suora e quattro orfanelle dell’Ospizio Sacro Cuore rifugiatesi nel convento. Man mano che i combattimenti si avvicinavano alla città, sulla povera gente raccoltasi agli Zoccolanti gravava un senso di morte imminente. Così il 21 luglio: “Oggi il convento sembrava che ci crollasse addosso da un momento all’altro, specie dalle 13 alle 17 che è stato un ininterrotto scoppiare di cannonate e granate, un continuo sordo rumorio di muri che crollavano, avvolgendo il convento, dentro e fuori, di una densa nuvolaglia. Il parroco ha dato a tutti, di nuovo, l’assoluzione in articulo mortis, e se l’è fatta dare. Quante assoluzioni in questi giorni!”.

 

Vittime del bombardamento di artiglieria del 15 luglio 1944

al convento degli Zoccolanti

Carlini Elisabetta [suor Livia], di Antonio, nata il 29 aprile 1905 a Città di Castello, dove risiedeva.

Bartolini Mafalda, di Antonio, nata a Monte Santa Maria Tiberina il 16 maggio 1937, di famiglia colonica, ospite dell’Ospizio Sacro Cuore,.

Curzola Fedora, nata a Roma, di anni 6, orfana ospite dell’Ospizio Sacro Cuore.

Santinelli Ermelinda, di Agostino, nata a Città di Castello il 28 giugno 1934, residente a Cerbara, colona.

Senzacqua Anna, nata a Roma, di anni 9, orfana ospite dell’Ospizio Sacro Cuore.

Altre vittime nella zona

Fiorucci Giuseppe, di Sante, nato a Città di Castello il 22 dicembre 1866, residente a Garavelle, bracciante, celibe, deceduto il 21 giugno 1944 in loc. Zoccolanti (Città di Castello) per “ferite da bomba di aeroplano”.

Giunti Angiola, di Giuseppe, nata a Città di Castello il 17 settembre 1881, residente a Rignaldello, casalinga, vedova di Angiolo Meattini, deceduta il 20 luglio 1944 all’ospedale di emergenza del Seminario Vescovile per ferite da scoppio di granata.

Lucchetti Giuseppe, di Angiolo, nato a Pietralunga il 29 maggio 1898, residente a Città di Castello, tipografo, coniugato con Emilia Attillati, deceduto il 17 luglio a San Martin d’Upò (Città di Castello) per scoppio di granata.

Marconi Pietro, di Francesco, nato a Città di Castello il 9 aprile 1906, residente a Garavelle, colono, coniugato con Veronica Piotti, deceduto il 13 luglio 1944 in loc. Zoccolanti (Città di Castello) per ferite da scheggia di granata.

Paolicchi Maria, di Antonio, nata il 17 settembre 1898 a Città di Castello, dove risiedeva, casalinga, vedova di Giuseppe Capaccioni, deceduta il 20 luglio 1944 in voc. Chiausini di Barzotti (Città di Castello) per “ferite multiple per scoppio di granata”.

Signorelli Adamo, di Sante, nato il 17 gennaio 1928 a Città di Castello, dove risiedeva, bracciante, deceduto il 19 luglio 1944 in loc. Zoccolanti (Città di Castello) per ferite da schegge di granata.

 

Per il testo integrale, con le note e i riferimenti iconografici, si veda il mio volume Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere 1943-1944, Petruzzi Editore, 2016.