Pesatura del tabacco nello stabilimento.
Il direttore Dino Garinei (a destra).

Sul finire degli anni ’40

 

Nell’ultimo scorcio degli anni ’40 la Fattoria si sviluppò ulteriormente. Nel febbraio 1949 avrebbe esibito dati statistici assai eloquenti: le 1.725 colonie appartenenti alle 674 aziende agrarie associate avevano conferito nella campagna dell’anno precedente 14.950 quintali di tabacco Bright e Maryland e 8.942 di Kentucky; per la sua lavorazione erano stati occupati 1.250 addetti in modo continuativo dal settembre 1948 alla fine di luglio 1949. Si stavano accelerando il progressivo ridimensionamento del Kentucky e il contestuale ampliamento della coltivazione del Bright, richiesto però di alta qualità. Ciò presupponeva cospicui investimenti per l’irrigazione e per la costruzione o l’ampliamento delle celle di essiccazione. Era comunque una via obbligata, nel momento in cui si aprivano promettenti prospettive di esportazione. In virtù degli ottimi rapporti con il Monopolio, nel 1948 la Fattoria riuscì a piazzare 2.800 quintali di Bright in Inghilterra e 5.800 in Olanda; l’anno dopo avrebbe esportato sui 4.000 quintali in Inghilterra e poco meno di 7.000 in Germania.
Il 24 ottobre 1947, dopo trent’anni “di disinteressata ed illuminata attività” dedicata alla Fattoria, era deceduto a 75 anni di età Giulio Della Porta. Moriva un filantropo d’altri tempi che, come affermò Gaetano Facchinetti, destava ammirazione “per le tante opere di bene da lui prodigate durante tutta la vita, che fu esempio luminoso di rettitudine assoluta, di generosità senza pari verso le classi più neglette dalla fortuna, di modestia incomparabile, di civico interessamento per il proprio paese”. Sergio Rossi e Dino Garinei perdevano così il collaboratore più fidato, con il quale avevano maturato e condiviso ogni scelta aziendale.