Le mura e le fosse a ovest ancora intatte.
Il tratto di mura dove fu ricavata l'uscita di emergenza.
Le mura "abbassate" a sud del Cassero.

Le mura a occidente e porta Sant’Andrea

Con interventi autorizzati nel 1930, 1934 e 1942, mutò aspetto anche il tratto di cinta muraria lungo pomerio San Florido, dal giardino del Cassero a porta San Florido. Il franamento di alcune sezioni, con sgretolamento e frequente caduta di sassi, costrinse a un progressivo abbassamento delle mura fino a lasciare solo un sufficiente parapetto alla strada interna.
Durante la guerra, inoltre, furono praticate delle aperture per facilitare lo sfollamento. L’apertura delle mura all’estremità del pomerio Sant’Agostino e di via della Scatorbia venne realizzata nel 1943 proprio per le pressanti richieste della popolazione del rione di poter usufruire di una vicina via di fuga verso la campagna nel caso di incursioni aeree. Più su, gli abitanti di San Giacomo si tutelarono contro le emergenze aeree aprendo di propria iniziativa uno “strappo” in corrispondenza dell’antica porta Sant’Andrea, allora murata.
A conflitto concluso, si diffuse la convinzione che tali aperture dovessero trasformarsi in porte permanenti, per rendere più fluida la circolazione sia dei mezzi che dei pedoni. Nel 1945, i capifamiglia di San Giacomo si rivolsero al sindaco perché, invece di chiudere lo “strappo” di Sant’Andrea, riattivasse definitivamente la porta: “Da persona intelligente qual’è la S.V.Ill.ma capirà subito che chiudere questo sbocco, significa per noi tutti ed in special modo per i bambini ed i vecchi, negare le possibilità di portarsi in pochi minuti a godersi l’unico beneficio che la natura ha fatto per tutti: aria e sole. Al nostro reclamo si uniscono anche i coloni della circonvallazione, i quali sono costretti a fare un giro lunghissimo per portare in città i loro prodotti”. Il ripristino completo della porta, con sistemazione dell’imbocco nella circonvallazione, sarebbe stato effettuato nel 1956.