Lavori di “rettifica” della strada statale, ora viale Vittorio Emanuele Orlando (1949).

La “rettifica” della Tiberina 3Bis

Nella primavera del 1946 iniziarono i lavori della cosiddetta “rettifica” della Tiberina 3Bis. Fino ad allora la strada statale passava per Rignaldello. Opportunamente si decise di spostarla più a est, costruendo l’odierno tratto di viale Vittorio Emanuele Orlando che dall’imbocco di viale Liviero va in direzione della Casella.
Le immagini documentano come l’area attraversata dal nuovo viale fosse tutto territorio di campagna, eccettuato lo stabilimento della Fattoria Autonoma Tabacchi.
In un’epoca di grande disoccupazione, quel cantiere che dava lavoro a un centinaio di uomini fu una boccata d’ossigeno.
Viale Vittorio Emanuele Orlando fu aperto al traffico nel maggio del 1949. Si trattò di un’importante scelta sul piano della viabilità, che aprì la strada a nuovi insediamenti urbanistici. Le nuove aree fabbricabili vennero colmate in pochi anni.
Lungo quel tratto di strada l’impresa edile di Edoardo Chiurchi nel 1954 portò a compimento la Casa della Madre e del Fanciullo dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Poteva ospitare 60 bambini e diverse madri al refettorio materno.
A quell’epoca era ancora l’unico nuovo edificio costruito lungo il viale. Vi era stata aperta anche la stazione di servizio per autoveicoli Aquila.

L’area tra Porta Santa Maria e Rignaldello (1949).
Braccianti al lavoro per la costruzione della “rettifica”.
Veduta da sud del nuovo tratto della Tiberina 3Bis (1949).
La Casa della Madre e del Fanciullo in costruzione.
Passaggio lungo il viale del Giro Motociclistico dell’Umbria (1954).
Foto ricordo di fronte alla stazione di rifornimento Aquila.
La famiglia di Aldo Arcaleni presso il cippo con le distanze chilometriche posto lungo la statale.
Il terreno a monte del viale prima della sua urbanizzazione.
Il villino Milanesi appena costruito (1964).
L’Hotel Europa, all’imbocco di viale Vittorio Emanuele Orlando (1965).