Cartolina pubblicitaria della Democrazia Cristiana spedita da Venanzio Gabriotti.

I primi democratici cristiani

Le prime aggregazioni di cattolici progressisti si ispirarono ad ideali democratici cristiani e si prefiggevano, oltre a fini spirituali, anche una decisa azione per il miglioramento delle condizioni di vita dei ceti meno abbienti. Questi fermenti trovarono un terreno assai fertile in diverse località umbre e don Romolo Murri, fondatore del movimento, ebbe seguaci sia a Gubbio che nell’Alta Valle del Tevere.
La nascita di un “gruppo democratico-cristiano” fu annunciata a Città di Castello già nel 1901. Lo rivelò il settimanale “Unione Popolare”, non nascondendo la diffidenza degli ambienti della sinistra. Il promotore, don Giuseppe Mambrini, aveva appena dato alle stampe l’opuscolo La questione sociale agricola nel territorio tifernate e limitrofi. I socialisti lo contestarono aspramente, tanto che Francesco Bonavita sfidò il sacerdote in un pubblico contraddittorio. Siccome il confronto non ebbe luogo, Bonavita polemizzò con le tesi di Mambrini dalle colonne di “Unione Popolare”. Il periodico dedicò ai democratici cristiani uno sferzante sonetto: “Alme piccine che non intendete / la nostra fede né le cose sante, / traditori del ver che nascondete / sotto l’abito nero un cor birbante / parlate di morale, e poi l’amante / nascostamente in casa conducete; / dite d’amar la povertà e vivete / tra un pollo arrosto ed un liquor spumante / …”
All’ostilità delle forze di sinistra fece riscontro la freddezza dello stesso ambiente cattolico. Quando, nel 1904, i democratici cristiani si riunirono a congresso, vennero subito alla luce netti contrasti con i conservatori e con le autorità ecclesiastiche, avverse ad un associazionismo spiccatamente autonomo e proiettato verso l’impegno politico.
Il primo circolo di democratici cristiani perugini fu costituito nel gennaio 1903.