Cassa di Risparmio e Palazzo Vecchio Bufalini, con la sede del Fascio.
Giulio Dalla Porta

Guerra e ricostruzione

Durante la seconda guerra mondiale le condizioni finanziarie dell’istituto rimasero buone. All’abbondanza di disponibilità finanziaria non fece riscontro l’auspicabile richiesta di prestiti, con un considerevole decremento soprattutto del portafoglio cambiario. Così, come nella Grande Guerra, l’unico investimento redditizio divennero i titoli di Stato, sollecitati del resto dal regime per fronteggiare le spese belliche. Alle soddisfacenti condizioni finanziare dell’istituto concorsero l’incremento dei depositi e la diminuzione delle sofferenze, specialmente in virtù della rivendita di importanti immobili (tra cui Fontecchio) acquisiti negli anni ’30 per recupero crediti
Durante il passaggio del fronte bellico, l’edificio e le attrezzature della Cassa non subirono danni. Dopo la Liberazione, il prefetto nominò commissario straordinario Carlo Dragoni. Alla stagnazione economica del 1944 seguì una ripresa alimentata dall’operosità della popolazione e dall’entusiasmo per la riconquista della pace e della libertà. Tuttavia cresceva la tensione sociale, per il preoccupante scenario di miseria e di disoccupazione.