Coordinamento Cittadino Studenti

Il movimento studentesco tifernate assunse una forte consistenza nell’anno scolastico 1971-1972. Fu fortemente influenzato da una schiera di giovani provenienti dal movimento Giovani per il Terzo Mondo e dai gruppi parrocchiali più innovativi. I giovani cattolici che intendevano stimolare il rinnovamento della scuola italiano trovarono un felice punto di incontro a Città di Castello con i coetanei aderenti ai gruppi di sinistra parlamentare ed extraparlamentare nel Coordinamento Cittadino Studenti (CCS). La comune tensione progressista e terzomondista e il clima di forte solidarietà e tolleranza instaurato nel CCS fecero a lungo passare in secondo piano le pur evidenti differenze ideologiche. Il CCS si presentò con un volantino il 12 gennaio 1972. Da allora produsse un giornalino ciclostilato che ebbe vasta diffusione in tutte le scuole superiori cittadini: ne uscirono numeri il 5 marzo, 5 aprile, 28 aprile, 15 ottobre e 27 novembre 1972; il 25 gennaio, 28 marzo, 13 aprile, 28 maggio, e novembre/ dicembre 1973; nel maggio 1974.

Quell’esperienza è stata un’importante palestra di crescita civile, umana e politica per una generazione di giovani tifernati che, pur maturando scelte diverse, sono rimasti affezionati a quella comune radice. Tra gli altri, collaborarono alla redazione del “Coordinamento Cittadino Studenti” Alvaro Tacchini, Ivano Bambini, Salvatore Magrì, Fabrizio Leveque, Walter Verini, Emilio Mattei, Giorgio Massi, Roberto Fiorucci, Gabriele e Silvio Magrini, Anna Pacciarini, Sergio Rossi, Luigi Conti, Maurizio Cristini, Sabina Bioli, Sandro Bernabei, Paolo Bocci, Luciano Neri, Enrico Raichi, Massimo Giombini, Giorgio Cozzari, Antonello Cerboni, Antonella Biagioni, Paola Varzi, Daniela Pazzaglia, Franca Alunni, Stefano Testi, Maurizio Pescari, Alvaro Simoncini e Daniele Baldelli.

Il ciclostile fu dunque, a quel tempo, il prezioso strumento per riprodurre in più copie volantini, relazioni e persino giornali, come appunto quello del CCS. Bisognava prima dattiloscrivere i testi con accortezza su delle matrici, che venivano poi agganciate al tamburo del ciclostile, riempito di inchiostro. Ruotando, il tamburo trascinava i fogli e li inchiostrava. C’era pure chi sapeva realizzare sulla matrice disegni e loghi.

Nella frenetica e capillare lotta politica del secondo dopoguerra, ogni organizzazione di un certo peso doveva avere un suo ciclostile, così come dei devoti attivisti disposti a dedicarvi tanto del loro tempo. La comparsa della fotocopiatrice, dagli anni Ottanta del XX secolo, avrebbe poi reso tutto più facile.

 

Per chi volesse approfondire le vicende dei movimenti giovanili a Città di Castello negli anni 1968-1974, ho depositato nell’archivio dell’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti” la documentazione elencata nel documento allegato.