La fotocomposizione.
Lo scanner.
Ritocco delle immagini.

Alla fine del secolo

Nel 1980, secondo i rilievi del Centro Regionale Umbro di Ricerche Economiche e Sociali, il settore poligrafico contava a Città di Castello 22 unità lavorative con più di 5 addetti, per un totale di 492 dipendenti; quello della carta, con le cartotecniche, ne aveva 8, che occupavano 411 persone. Si trattava della quasi totalità delle aziende site nel comprensorio dell’Alta Valle del Tevere umbra, che, infatti, ne annoverava complessivamente 24 tra le poligrafiche e 12 tra le cartotecniche. I dati erano comunque parziali, perché non tenevano in considerazione le aziende più minuscole, che – allora come al giorno d’oggi – rappresentavano una presenza ragguardevole. Uno studio del 1979 della Camera di Commercio individuava in 37, con 94 addetti, le imprese artigiane poligrafiche, editoriali e cartotecniche nel comune di Città di Castello. Nel comprensorio altotiberino se ne contavano 52, con 152 addetti. Ben 45 di esse erano sorte negli anni 1968-1978; 22 di queste imprese non avevano che un addetto; 12 ne dichiaravano 2. Ulteriori dati provengono dal censimento dell’industria e del commercio del 1981: quantificò in 71 le unità lavorative dell’industria poligrafica e cartotecnica nel tifernate, 40 delle quali artigianali e 31 non artigianali; gli addetti ammontavano a 948 nelle une e a 207 nelle altre.

Tali dati non rappresentavano il punto di arrivo dello sviluppo dell’industria. Un rilevamento statistico condotto a tappeto nel 1990 dal Centro Tecnico Promozionale dell’Alta Valle del Tevere, nell’ambito del progetto Mercator Due, avrebbe quantificato con precisione in 101 le imprese del settore nel comprensorio, con 1.289 addetti; costituivano circa il 40% del totale delle aziende in Umbria.

Lo sviluppo è continuato nel tempo. Ha dovuto però affrontare nuove sfide poste dalle innovazioni tecnologiche e dall’esigenza di ridefinire l’organizzazione produttiva e gli orizzonti entro i quali muoversi.