Albori di sviluppo

Lo sviluppo tecnologico e industriale fu avviato tra difficoltosi tentativi. […]
È l’anno 1907 che segna la svolta nella storia di questo settore produttivo a Città di Castello. L’inadeguatezza della tradizionale bottega dovette apparire ancor più evidente al­la luce del generale risveglio delle attività economiche nel primo decennio del secolo e dei nuovi scenari di sviluppo offerti dall’introduzione dell’energia elettrica in città. Quasi si­multaneamente, due iniziative rivelarono sia la maturazione di una coscienza cooperativistica, sia il crescente spirito imprenditoriale della borghesia locale.
A maggio 19 artigiani, presieduti da Luigi Mancini, costituirono la Cooperativa di Lavoro tra Falegnami e Affini: si proponeva l’assunzione di commesse a vantaggio dei soci e l’apertura di un magazzino di legname per rifornirli di materia prima. Ap­pena un mese dopo sorse la Società Anonima Lavorazione Legnami (SALL). La promosse un’ibrida aggregazione di proprietari terrieri, facoltosi commercianti ed esponenti della borghesia professionale; insieme a essi, due falegnami: Angelo Agnellotti e Giustino Cristini. La società intendeva “esercitare l’industria della lavorazione dei legnami in genere, della fabbricazione dei mobili e delle macchine agricole e simili”. Aveva mire ambiziose e decise di costruire un nuovo stabilimento fuori le mura, acquistando del terreno agricolo proprio dietro la stazione ferroviaria. Per dotarsi di macchinario elettrico, richiese subito una fornitura a tariffa ridotta; l’amministrazione comunale si dichiarò “lieta di veder sorgere un’industria” e, per favorirne l’impianto, concesse sette cavalli di energia a condizioni agevolate e un sussidio per l’inghiaiamento della strada per la Fonte del Coppo, su cui l’azienda si affacciava. Nella stessa area si insediò an­che la “Gualterotti & Malvestiti”; fu proprio la SALL a costruire il capannone che affittò al­l’officina meccanica.
La carenza di documentazione impedisce di conoscere più approfonditamen­te gli sviluppi delle due iniziative e di valutare con precisione l’impatto dell’esperienza cooperativistica e della SALL. Questa si sciolse nel 1912. Il fabbricato a uso di falegnameria e segheria, nel quale erano in corso lavori di ampliamento e sistemazione, fu venduto alla Casa Editrice Lapi. Gli eventi successivi avrebbero comunque dimostrato che l’ambiente stagnante dell’artigianato del legno a Città di Castello era ormai in fermento.