2016 Comunali

I numeri dello scontro elettorale
a Città di Castello

 

I candidati a sindaco

Luciano Bacchetta raccoglie 11.852 voti, pari al 53,17%. Va meglio del 2011, quando raggiunse il 50,84%. Però, in termini di voti assoluti, ne prende un po' meno di allora, quando furono 12.083. Ciò si spiega anche con l'astensionismo: la percentuale dei votanti è stata infatti del 4,5% inferiore a quella del 2011.

Indubbiamente Bacchetta ha mantenuto un'alta popolarità e ha beneficiato di tanti voti trasversali, forse più che nel 2011. Ciò gli ha permesso di superare indenne il trabocchetto scavato da una frangia minoritaria del PD, che ha votato la propria lista ma non l'ingombrante sindaco socialista. Se tutti gli elettori del PD gli fossero stati fedeli, Bacchetta probabilmente avrebbe dovuto ricevere un altro 2% in più di voti. La sua vittoria è indiscutibile e sostanzialmente uniforme nel territorio. Supera il 50% in 41 seggi su 54; è sconfitto di misura da Morini solo in un seggio di Trestina e a San Leo Bastia.

La coalizione di centro-destra guidata da Nicola Morini si è fermata a poco più del 30%. Morini è andato male in alcune zone di campagna: a Santa Lucia, Piosina, Badiali e Lerchi non è andato oltre il 20-22%. Ed è rimasto sotto il 25% anche in 4 seggi del capoluogo. Più di un terzo di voti gli vengono dagli elettori della Lega; ma è proprio la presenza nella coalizione dei seguaci di Salvini ad avergli fatto mancare altri voti moderati.

La performance di Roberto Colombo è stata discreta in città, con picchi del 19% in un seggio della “Pascoli” e del 16% a Riosecco. Ma la sua lista è franata nelle campagne, specialmente nel territorio meridionale del comune. I dati sono impietosi: zero voti a Volterrano, 1,5% a Morra, poco più del 2% a Badia Petroia e, mediamente, a Trestina, tra il 3 e il 4% a San Maiano e Petrelle, tra i 4 e il 5% a San Leo Bastia e San Martin d'Upò, sotto il 6% a Piosina, Promano e Lugnano.

Quanto al Movimento 5 Stelle, che candidava il giovane Marco Gasperi, il risultato – un misero 6,8% – appare addirittura avvilente, se si considerano le ambizioni coltivate a livello nazionale. Qualche voto in più lo ha raccolto a Cerbara (10%) e a Piosina (13%); ma ha ottenuto percentuali modestissime in alcuni seggi del capoluogo e nella campagna tra Morra e Petrelle.

 

La “decrescita” del PD e il successo socialista

 

Il PD tifernate continua a perdere pezzi. Non gli hanno di certo giovato le trame fratricide di illustri “notabili” più interessati al proprio destino politico che agli interessi del partito. Ha raggiunto il suo livello elettorale più basso, il 29,33%. Cinque anni fa era al 32,5%. In termini assoluti, ha perso per strada 400 voti.

Per fortuna che parte del “contado” ancora porta acqua al dimesso mulino del PD: a Lugnano, Badia Petroia, Morra, Volterrano e Petrelle tocca quasi il 43%, a San Maiano, Cornetto e Promano il 40%, a Lerchi e San Leo Bastia oltre il 38%, a San Secondo quasi il 37%, a Cerbara il 33,5%, a Trestina il 31,5%. Nel resto della campagna invece si posiziona tra il 27 e 28%. Ma il vero dramma, il PD, lo vive nel capoluogo: nei suoi 29 seggi è sceso al 26,4%.

Intanto i socialisti incalzano e fanno sentire il loro fiato sul collo: in città, infatti, il PSI si attesta sul 24,7%, ben oltre quel 21,5% di consensi ottenuti a livello comunale. Comunque, in sostanza, i socialisti mantengono il peso percentuale del 2011.

 

I risultati, zona per zona

 

Città di Castello è un comune territorialmente molto grande e complesso. Arrotondando, ammontano al 57% gli elettori del capoluogo; il 28% risiede nella campagna a sud; un altro 15% in quella a nord. Le aree rurali possono giocare un ruolo elettoralmente importante. È successo in passato che il risultato sia stato difforme tra città e campagna.

In questa tornata elettorale, Bacchetta ha avuto il suo miglior risultato nella zona nord, con oltre il 57%; nella zona sud ha raccolto il 52,9%; un po' meno nel capoluogo, con il 52,2%. Morini si è difeso meglio a sud, con quasi il 35%; nel capoluogo non è andato oltre il 29%; male a nord, con il 24,7%.

Come già sottolineato, è soprattutto Colombo a far registrare vistose differenze territoriali: ottiene un buon risultato nel capoluogo, con l'11,2%; ma subisce un calo sensibile nella zona nord (8,4%) e un vero e proprio crollo a sud (4,8%). Quanto a Gasperi e ai Cinquestelle, la forchetta dei loro voti va dal 6,6% di capoluogo e zona sud all'8,7% della zona nord.

La vittoria di Bacchetta non ha dunque “zone d'ombra”. Chi vorrà in futuro portare una nuova sfida alla coalizione di maggioranza tenga invece conto che, per vincere, candidati a sindaco e liste dovranno essere in grado di coinvolgere non solo gli elettori del capoluogo, ma pure quelli di zone rurali tra loro diverse per identità e, talvolta, per tradizioni politiche.

 

La lotta per le preferenze

 

Nell'agone elettorale, si consolida la figura del “cacciatore di preferenze”. C'è chi ne ha raccolte davvero tante. Con le sue 736, il vicesindaco Michele Bettarelli (PD) è stato il più votato. L'aver ricoperto gli incarichi di assessore all'urbanistica e alle politiche culturali gli ha certo dato una forte visibilità, tanto che ben 240 preferenze gli giungono anche dal capoluogo. Ma è soprattutto nella zona sud del comune che si radica il suo successo, con 65 voti a Trestina e addirittura 275 nella valle del Nestoro.

Altri tre consiglieri del PD hanno fatto man bassa di preferenze nella parte meridionale del territorio. L'assessore uscente Luca Secondi (eletto con 499 voti), ne ha messi insieme 94 a San Leo Bastia, 46 a Lugnano e altri 112 da San Secondo al Trestinese 112. A Luciano Domenichini lo hanno votato in 221 a Trestina e in 39 tra Cornetto e Badia Petroia. I 334 voti della neo-consigliera Francesca Mencagli vengono per lo più dal Trestinese e dalla valle del Nestoro.

Il territorio di caccia di un altro consigliere del PD, Vincenzo Tofanelli, è stata invece la zona nord del comune: le sue 369 preferenze le ha conquistate a Lerchi (186), Cerbara (42) e poi più giù, fino a Riosecco.

Il radicamento territoriale ha quindi giovato a diversi consiglieri del PD, che appaiono all'elettorato come veri e propri “paladini” delle proprie aree frazionali. Ma, attenzione!, tale radicamento non è stato sufficiente, se troppo circoscritto: infatti non sono bastate a Elisa Falcinelli le 95 preferenze di Cerbara, né a Massimo Mancini le 156 di San Secondo.

Per i tanti aspiranti consiglieri che si rivolgevano prevalentemente all'elettorato del capoluogo, la gara è stata più dura, perché maggiore la concorrenza e perché più vasta e, spesso, sfuggente la massa dei votanti. Problema, questo, trasversale a tutte le liste. Tuttavia non ha impedito il successo dei due socialisti più votati, gli assessori uscenti Massimo Massetti e Riccardo Carletti (rispettivamente 669 e 666 preferenze). Massetti è riuscito a raccogliere preferenze un po' ovunque; Carletti soprattutto nel capoluogo e nella zona nord. Un'unica ombra: non sono riusciti a insidiare i candidati del PD nel loro fortilizio della zona sud, alla destra del Tevere. Un altro socialista, Filippo Schiattelli (386 voti), si è invece mostrato molto forte alla sinistra del Tevere, tra Promano e Cornetto.