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Atlante della Memoria

Rappresaglia di Passo del Carnaio

Mentre il territorio di Caprese Michelangelo e l'area appenninica tra Sansepolcro, Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda cominciava a essere segnata da un impressionante stillicidio di uccisioni per futili motivi e di esecuzioni sommarie commesse da soldati tedeschi, era giunta anche nella valle l'eco delle spaventose tragedie che nella seconda metà di luglio portarono il lutto in territori limitrofi: la strage di San Polo in Casentino il 14 luglio; quelle di Tavolicci e Campo del Fabbro, presso Verghereto, il 22 luglio, quando i nazi-fascisti uccisero 64 persone, tra cui 25 donne e 19 bambini sotto i 10 anni di età; infine, il 25 luglio, la rappresaglia del Passo del Carnaio, nella quale persero la vita 26 uomini, per lo più di San Piero in Bagno, tra cui don Ilario Lazzeroni, colpito da una raffica di mitraglia mentre tentava di salvare la vita agli ostaggi.

Le vittime furono rastrellate per vendicare l'uccisione di tre tedeschi. La brutalità della repressione – ammise il comandante della 8a Brigata Garibaldi “Romagna” – provocò “una certa resistenza da parte di elementi partigiani influenzati dalla mentalità locale a continuare le azioni contro i tedeschi”, ma la formazione partigiana non si perse d'animo e continuò la lotta.

La popolazione ormai si sentiva completamente alla mercé dei tedeschi. Al terrore delle rappresaglie e all'umiliazione delle razzie si aggiunse la nuova incombente minaccia di essere prelevati a forza e portati via dalle proprie case e dai rifugi. Con l'avanzare dell'estate specie gli uomini in età di lavoro ebbero molto da temere. Assillati dall'urgenza del completamento delle fortificazioni sulla Linea Gotica – obbiettivo per il quale non parevano sufficienti le squadre reclutate dall'Organizzazione Todt – i tedeschi fecero ampio ricorso al lavoro coatto di uomini del posto. Nel contempo percepirono come un potenziale pericolo la presenza di gente tra la quale potevano annidarsi partigiani o comunque persone ostili. Di qui la pratica crescente di evacuazioni in massa di aree limitrofe alla Linea Gotica.